Invito
***Scroll down for the English version***
Per festeggiare la partecipazione al Festival Internazionale di Poesia di Medellín 2017, in cui presento per la seconda volta (la prima all'inizio degli anni Novanta) il mio lavoro, ho creato l'happening online di poesia "Medellín Highs Medellín Blues", cui sono invitati poeti da tutto il mondo.
Come forse alcuni miei più affezionati follower ricordano, ho cominciato ad occuparmi di nuovi media all'inizio degli anni Novanta, esplorando in un network internazionale il concetto di autorialità diffusa, multilocata e collettiva, riprendendo alcune sperimentazioni dell'avanguardia storica, esperienze legate alla poesia performativa e verbovisiva, all'happening, alla multimedialità, ad aspetti cinetici delle arti e della parola, e portandole online in numerosi progetti in sedi istituzionali e alternative.
La partecipazione a "Medellín Highs Medellín Blues" è libera; incoraggiata quella di giovani poeti e poetesse. Anche il tema è libero, ma preferiti testi sul tema della pace e dell'amicizia tra i popoli.
Scrivi la tua poesia (max 30 versi) o link a un'immagine o un video nei commenti sotto questo post.
Possibile una successiva antologia cartacea con selezione di testi, quindi, per favore, posta poesie libere da vincoli editoriali. Postare qui nei commenti significa accettare quanto precede.
Chi vuole contattarmi in privato: davinio@tin.it
*** L'evento è dedicato al poeta, romanziere e critico letterario MARIO LUNETTA, recentemente scomparso.
Siate tutti benvenuti!
Caterina D.
--
"Contro l'arte delle opere d'arte voglio inventare un'arte superiore, quella dell'invenzone di feste" (F. Nietzsche)
***Call for Poets***
*** This eventi is dedicated to the Italian poet, novelist and literary critic MARIO LUNETTA, who recently passed away.
Everyone is welcome!
Per festeggiare la partecipazione al Festival Internazionale di Poesia di Medellín 2017, in cui presento per la seconda volta (la prima all'inizio degli anni Novanta) il mio lavoro, ho creato l'happening online di poesia "Medellín Highs Medellín Blues", cui sono invitati poeti da tutto il mondo.
Come forse alcuni miei più affezionati follower ricordano, ho cominciato ad occuparmi di nuovi media all'inizio degli anni Novanta, esplorando in un network internazionale il concetto di autorialità diffusa, multilocata e collettiva, riprendendo alcune sperimentazioni dell'avanguardia storica, esperienze legate alla poesia performativa e verbovisiva, all'happening, alla multimedialità, ad aspetti cinetici delle arti e della parola, e portandole online in numerosi progetti in sedi istituzionali e alternative.
La partecipazione a "Medellín Highs Medellín Blues" è libera; incoraggiata quella di giovani poeti e poetesse. Anche il tema è libero, ma preferiti testi sul tema della pace e dell'amicizia tra i popoli.
Scrivi la tua poesia (max 30 versi) o link a un'immagine o un video nei commenti sotto questo post.
Possibile una successiva antologia cartacea con selezione di testi, quindi, per favore, posta poesie libere da vincoli editoriali. Postare qui nei commenti significa accettare quanto precede.
Chi vuole contattarmi in privato: davinio@tin.it
*** L'evento è dedicato al poeta, romanziere e critico letterario MARIO LUNETTA, recentemente scomparso.
Siate tutti benvenuti!
Caterina D.
--
"Contro l'arte delle opere d'arte voglio inventare un'arte superiore, quella dell'invenzone di feste" (F. Nietzsche)
***Call for Poets***
Dear friends poets and artists,
to celebrate my participation at the Medellín International Poetry Festival 2017, where I am performing for the second time (the first was in the early nineties) as a poet and an electronic poet, I have created the online poetry happening "Medellín Highs Medellín Blues” where poets from all over the world are invited.
Participation in "Medellín Highs Medellín Blues" is free; young poets and artists are encouraged. The theme is free, but texts on the topic of peace and friendship among the peoples are welcome.
You are invited to post your poem (max 30 lines, without copyright restrictions) or enter a link to a picture or video (please, send a YouTube link) in the comments of this post.
If you want to share, THIS IS THE LINK:
If you find problems in posting or you want to stay in my mailing list, to stay tuned about the development of this project, or you just want to contact me privately, please write to: davinio@tin.it
*** This eventi is dedicated to the Italian poet, novelist and literary critic MARIO LUNETTA, who recently passed away.
Everyone is welcome!
Warmly
Caterina Davinio
--
"Against the art of the artworks, I want to invent a superior art, the one of invention of parties" (F. Nietzsche)
https://www.youtube.com/watch?v=5gMUdwAD_L8
ReplyDeletehttps://www.youtube.com/watch?v=5gMUdwAD_L8&spfreload=5
ReplyDelete
ReplyDeleteSTO VIVENDO COME UN GATTO
Sto vivendo come un gatto
Occhi bianchi di neve
in cerca del respiro
di una sillaba mancante
rovistando con le unghie
in una crepa storta
che cela un lucicchìo
d'immagine del mondo.
Con il barlume atteso
di quel raggio curioso
che vuol restare fuori
dalla finestra aperta
al centro del mio vivere,.
rimane incerto l'esito
come tutte le cose
che ci stanno intorno.
Gianfranco ISETTA
LUCA ARIANO
ReplyDeleteVi siete quasi sfiorati
in quel centro commerciale…
Un tempo fabbrica di operai,
oltre un secolo…antichi pastai:
ora shopping domenicale,
abusati franchising.
In fuga come monaci basiliani
in grotte scavate nella pietra.
Mercanti di reliquie girarono
di corti in corti, in cattedrali
vendendo fortune da pregare.
Tu pregherai di rivedere Nena
nell’alba del giorno più lungo:
baci portano una nuova stagione,
un quartiere da ricostruire.
La vedrai scendere nel suo vestito
svolazzante profumato d’estate.
PERDITA
ReplyDeleteLarve d’uomini mi vengono incontro e mi abbracciano.
Mi raccontano, con facce livide, fatti incomprensibili,
assolutamente non condivisibili, ma è in nome
della parresia che le loro frasi monche si incistano
nella mia testa. Che meraviglia – urlano in tanti –
questo parapiglia di parole scandalose,
questo bruto logos che vilipende e ustiona.
Qui è la voce di un reietto che mi guarda
Là è il gesto di un deietto che mi sprezza
Altrove è il ballo macabro di dichter und denker
incerti e trafitti da un senso di colpa,
che mi chiedono nel fuoco della contemplazione:
quando un uomo è un uomo?
Fossi un portatore di cristiana fede gli direi:
quando riesce a incarnare l’hypomone,
ma l’animo paziente non alberga in me
che non rimerito neppure lo sperare
contro la speranza. Mi unisco allora ai fratelli
col costante dubbio che una pienezza d’uomo
passi necessariamente per la perdita di me.
SUL LUNGOFIUME
ReplyDeleteraggelano sui ponti nel visibile
quando si specula dall’alto curva
l’esplicazione delle linee agli occhi
contro la comprensione del veduto
versato dalla parte della carne l’alibi
scemati i dubbi esalano dalle nebbie
come l’inconsistenza in verbis o fuori
ondeggia si racchiude nelle dune il senso
quel flusso si libera nella corrente
le cose lasciano in conto alle parole
finalità e scorpori di salute in pace
ma torna in fretta l’ansia di ricucire
strappi nelle figurazioni del presente
una rimessa o remissione di bontà
con l’esclusione di chi rema contro
e un dipanarsi di quel canto nudo crudo
sopra il pendio a ridosso delle balaustre
sul lungofiume che distrae dalle nuvole
Maurizio Soldini
Con altri occhi
ReplyDeleteCi sono giorni in cui
guardando i volti della gente
la loro bellezza mi sorprende
fino a spalancarmi il cuore
come un colpo di vento.
E a tutti vorrei dire: io vi amo,
vi amo solamente
perché ci siete, perché siete vivi.
E come mi commuove
l’illividirsi lento lento
delle cose nella putrefazione
che mi insegna la carità del tempo
nel preparare la sorte del morire.
E che stupore vedere
in un documentario
le cellule del papilloma
esplodere e moltiplicarsi
come a primavera i fiori
ubbidendo alla vocazione
del fare perfettamente.
E aprendo le braccia come rami,
mi sembra di toccarla
la cupola azzurrissima del cielo
immaginando l’oltre sempre più grande
che io non so, e il futuro e l’ancora
che non sanno il mio essere adesso,
il mio avere una tana di carne
come una minuscola bestiola,
ma tanto più stupefacente
quanto più somiglia al niente
del mio respirare molecole d’aria
e l’anima-vento.
by JOHN M. BENNETT
ReplyDeletequi brûle
c'est risible ça
un miroir visible
COMME LA MER
sin pantalones
con un retrato de
aceite en el coco
à huile à huile a way
sin LA FUENTE DE
LINGUINI c'est impo
simble cette merde ça
mais le fin por fin
SE VE COMO MONEDA
inútil ,brillante
Una luz muerta...nacida debajo del
horizonte...
- José Antonio Ramos Sucre
we've had the land kicked out from under us
ReplyDeleteit gets shoved somewhere else and we're at a loss
loess is everywhere under us
someone else moved us and the land is mussed
nowhere to go is our problem
no origin no horizon and the depths are messed
the depths are gone what a loss
everywhere we're kicked and there's no one around
ReplyDeleteNon più libero
Sospeso il tempo
il pensiero
chiama ancora
ma non a parole.
È fuori
dal mondo
è sorpreso
e lo sguardo
è invisibile,
non c'è più
altrove.
Matteo Marangoni
Cuchara en el sueño, el cuerpo
ReplyDeleterecoge la noche. Se alzan enjambres
sepultos en el pecho, extienden
alas. Cuántos animales migran en nosotros
pasándonos el corazón, deteniéndose
en el pliegue del anca, entre ramas
de costillas, cuántos
quisieran no ser nosotros,
no quedar atrapados entre nuestros
contornos de humanos.
*
«he trabajado con la muerte
en el corazón por un mes».
Y los ojos que desbordan al pensamiento
de las noches cuando al otro lado
de la cama un río se obstruía
lento de deshechos. Luego en el sueño
profundo en una gran obra
reanudaba la vida a cuatro puentes.
Son veinte años que dormimos
juntos y solo ahora
sé que mi sangre
va de mi atrio al suyo.
*
daré simples besos de sutura
verteré saliva en cada juntura
seré descascarada y dulce a los dientes.
Cada mañana te cogeré un puñado
de flores en la calle.
Para ti tendré agujas siemprevivas
y despuntaré cada invierno para abrasarme.
De "Pasta madre" (Masa madre), Franca Mancinelli, Nino Argano editore, 2013
traducción de Sebastián Arellano
ReplyDeleteSTRANIERA - 2017 -
Nel posteggio della speranza esiste il sogno.
Dentro l'attesa di una nuova vita albera l'incerto.
Sotto la luce del giorno si stende il forse.
Dietro al mare il confine del passato rimane l'orizzonte del futuro anteriore.
The Dichotomic Cage
ReplyDeleteI don't care if someone tracks us
My compass is my solar plexus
I don't care for East or West
I will follow the heart in my chest
Leave the dichotomic cage
A remnant of the Atomic Age
Ukrainians will you break the spell
Your cranium is your prison cell
Il corpo migra dai battiti uditi
ReplyDeletesente tacere carne all’aria
ed il velo dischiuso
apre e promette tempo alla terra
Alberto Mori
www.albertomoripoeta.com
in Finnish:
ReplyDeleteMaailma
Elämä kulkee omia teitään
Kuuntelematta filosofeja
Asfaltista pilkistää oksa
Translation:
The World
Life goes on it's own way
Without listening to philosophers
Through the asphalt a branch peeks
PENSATA DE POETA
ReplyDeletePoeta não nasce.
É margem de erro.
Não morre.
É dígito de estatística.
Não vive.
Conserva-se na paisagem.
Não escreve.
Decompõe-se em palavras.
Nas redes sociais é um chip velado.
Melhor não adicionar senão incomoda suas nódoas.
#Duchamp@#Rome — 2017
ReplyDeleteAttribution Xavier Leton & Bruno Lemoine — Pas d'utilisation commerciale — Partage dans les mêmes conditions — CC 2017
http://villesallantvers.org/lig_mrs_lig/?cat=66
Pour les Videos :
Attribution Xavier Leton & Bruno Lemoine — Pas d'utilisation commerciale — Partage dans les mêmes conditions — CC 2017
#Duchamp@#Rome1
https://vimeo.com/xaviervav/duchamparome1
#Duchamp@#Rome2
https://vimeo.com/xaviervav/duchamparome2
#Duchamp@#Rome3
https://vimeo.com/xaviervav/duchamparome3
#Duchamp@#Rome4
https://vimeo.com/xaviervav/duchamparome4
#Duchamp@#Rome5
https://vimeo.com/xaviervav/duchamparome5
#Duchamp@#Rome6
https://vimeo.com/xaviervav/duchamparome6
Chrysalide - 2016 © Xavier Leton
ReplyDeletehttps://vimeo.com/xaviervav/chrysalide
Licence d'utilisation :
Attribution - Pas d'utilisation commerciale - Partage dans les mêmes conditions – CC 2016
--
Cette VDO poème chercher à différencier les angles du regard et la vitesse de défilement des images. Il s'agit de prendre le temps de voir les corps en mouvement. Lorsque le film ralenti, les corps se dédoublent. Ils occupent plusieurs endroits en même temps, mais se mouvant dans des directions différentes. Si les images du film accélèrent leur défilement alors les corps semblent danser. Pourtant aucune de ces images n'est mise en scène.
Ces trois points de vues diffères et forment un triangle au travers duquel jouent la joie, l'amour, la tension des corps.
--
This poetry seek to differentiate the views and the frame rate. These take time to see the bodies in motion. When the film slow, bodies duplicate. they occupy several places at once, but moving in different directions. If the film images are accelerating their scrolling while the bodies seem to dance. However none of these images is not staged.
These three views deferred and form a triangle through which play the joy, the love, the tension of the body.
--
Xavier Leton, Artist-Engineer-Researcher.
- Films, lights involving the public & Art in Public Space Public Order (80 socials Housing).
- Researcher "Work in progress" & "Collective Creation".
- Project manager & Head of LoAD platform dedicated to digital arts School Arts Design Marseille Med.
--
VillesAllantVers.org -- confettiS.org/ -- fr.linkedin.com/in/xavier-leton-a7ab4532
Il vuoto pieno
ReplyDeleteProvenivano luci d’ogni sponda
colme di immagini impresse sul guscio,
non un permesso per varcare l’uscio
un canto libero per rifratta onda.
Una lente oscurante, sferoidale
attenuato mi avrebbe quei bagliori.
L’illusione non smorza gli incisori
non un paravento in camera ovale.
Allora una corazza di metallo
al chiaro prisma avrebbe posto un freno,
in disuso figura accusatoria
il canto avrei riempito di baldoria
un punto senza luci, un vuoto pieno
solo di ricordi occupanti un ballo.
LA PACE
ReplyDeleteVolete la pace?
E allora facciamo la guerra
a tutti quelli
che fanno la guerra per la guerra
e non per la pace.
Il mondo è ormai
troppo pieno d’insetti
che defecano dentro gli arcobaleni
e negli interstizi delle comete,
troppo sporco di sillabe infette
di finta poesia,
perciò rimbocchiamoci le maniche,
eliminiamo gli insetti
e le sillabe infette.
Sparando a bruciapelo agli inetti,
radendo al suolo ogni cattedrale
coi pennacchi e le alabarde.
La pace viene sempre
dopo una guerra;
la pace perenne verrà
solo se la guerra sarà totale e disumana.
Se hai altre soluzioni
vai a proporle in televisione alla Panella
o a Vespa.
Io sono per la soluzione radicale
del problema.
La vera pace si ottiene
solo e soltanto
con una vera guerra.
DANTE MAFFIA
2017-06-22
ReplyDeleteMa ecco, inclinaci gli occhi, regolaci le battute, sospendici
Dal dire [...] ma ci è mancato il deserto, e tu lo sapevi che
Per affrettare il passo servono dune per la tempesta [...] ma
Ecco, ma strali, ma è tempo per la segnatura dei codici,
Prima delle cose, prima che si lascino dire [...] ma ecco,
Sospendici nel mare, donaci alle intemperie e non lasciarci
Alle parole, ma liberaci da ogni signore, non ridurci alle
Parole, non ridurci alle parole.
2017-06-22
Ci è mancato il deserto, lo spazio da attraversare per farne dimora,
Ci è mancato il senso della conquista? Ma tu lo sapevi che per
Affrettare il passo bisognava avere dune per la tempesta. Ma tu lo
Sapevi che la conquista o è temporanea o si atrofizza in potere.
Ci è mancato il deserto e la spina aguzza della rosa.
2017-06-22
Ma ecco ma strali, sospendici nel fare e liberaci da ogni signore,
Concedici al frammento, al segno, ma liberaci dalle parole,
Concimaci, distendici al fiore, flettici come l'onda, liberaci
come frecce. Ma ecco, ma strali, saranno intubati i poteri [...]
nella notte la polizia in assetto antisommossa ha caricato una
manciata di [...] ma liberaci dal dire, non ridurci alle parole,
non ridurci alle parole [...] liberaci dall'imperativo delle notizie,
armaci di ideali come le spine s'infiorano di rose.
E lontanissimo un gallo.
ReplyDeleteIl tempo perduto in città,
gli attrezzi malmessi del vivere quotidiano,
l'incendio non voluto che ripara. Spera, tu, spera
lo spazio piccolo della cura, ora va bene, ora
nel giro di una frase puoi trovarlo, l'altro
che si ritrae nel tuo mondo. Catturalo
con l'arma tua segreta in fondo al cuore.
Alberto Toni
Lethe
ReplyDeleteI fell asleep, while the city blinks
the snowfall- makes me feckless, destitute.
the moats of the avenues flicker with reflection,
you’re down there, I’m holding your picture.
you aren’t supposed to drink the water in hell
you aren’t supposed to drink most water, regardless
of location, it can make you forget.
are you dehydrated on the banks?
or gluttonously forgetting?
I’ve drank every one of these 180 days
and I still remember, I think of you in the dark,
gurgling yourself to sleep- to forget
-to become what you are.
I’ve been waiting for the sands of drunkenness,
to take me awhile, to slip through and find you.
but you're sitting on the shores in dark
on another plane, while I wallow the dunes
as the city lights my way to walk across
it and gaze at the dead east river
to the beacon
I drink more to forget my reflection
on a ravaged red hook dock
the more i drink the more i forget
and the more i drink the thirstier you are
I could summon hell
be gone and very forgetful
Al canto del gallo
ReplyDeleteMa noi non siamo lontani dall'abbaiare dei cani
dai latrati dei lupi mannari
dall'oscurità che ci abbaglia e ci nega
dalle mani che fendono sangue
dalle parole che pesano più delle pietre
in questa ridondanza di enigmi l'enigma è
vivere dentro la vita
avvolti dal cielo padre e protetti dal mare madre
chè tutto è inutile mio signore
qui l'avamposto di terra è frantumato
le schegge di carne dappertutto
e gli innocenti in fuga perenne
dai loro medesimi carnefici
chè qui tutto è sottosopra
e il demone emerge dietro il sole
come in un mattino glabro e sciapito
emaciata l'ombra degli ulivi
a buonmercato il baratto delle armi
chè qui tutto tace e il frastuono delle grida
infastidisce la potenza dei pochi
bisognerà attendere la nullità che passi
che passi oltre questi vetri scheggiati
oltre le ferite agli occhi impazziti
per barare di nuovo al canto del gallo
Giuseppe Vetromile
LA DANZA DELLE API
ReplyDeleteDanzavamo la danza delle api,
piccola madre, col falò in veglia
e la polvere a far festa sui muri;
oscurità di battute terre
tra le dita, sulla bocca, sui piedi
tenuti in piedi dall’abbraccio: tu,
di vaste assenze adornata e fiera,
di salmi addosso al petto, incauta fosti
tra le libertà rupestri e le cime
a fingerci certe d’antiche certezze
vergate da albe nude dianzi al sole.
Volesti inondarmi di futuro, ed egli
un dì sputò nero sulla tavola
nostra appena imbandita, ignaro
della tua mano sugli specchi, della
mia voce che ti danzava poesie
tra i capelli, intrecciandoli. Non altro
scorsi che fuoco ingoiare fuoco;
il ventre nero d’un idioma stretto
tra i loro denti e le mie cosce e le mie
cose, la mia casa, e noi bianche dell’urlo
dagli abissi evocato, mentre fuoco!
Fuoco! Fuoco! Fuoco e nessuna veglia
a vegliar le donne e il muro, e la spola
vuota d’un altro non ritorno; la muta
foce di un’alba che di sé ebbe vergogna;
ma intanto le api danzano altrove,
le api intanto danzano altrove.
Sotto coperta
ReplyDeleteSarebbe facile andare salmodiando
prendendosi per mano o in solitaria,
oppure replicare bonomia
(io dono, tu ricevi confuso)
su copione di decime irrisorie.
Ma la coperta o il mantello dimezzato
protegge ancora solo la tua parte
e le ciambelle che lanci a salvataggio
sono sgonfie scadute sottovuoto,
merci avariate offerte in pompa magna.
Tu non respingi l'altro, il postulante
avvolgi di lieve degnazione
e strepiti il tuo sdegno ad usci chiusi.
Mentre di fuori la tempesta inghiotte,
sotto coperta continui le abluzioni.
Anna Maria Curci
Variazioni sulla parola esilio
DeleteIn duemila ancora oggi davanti alle coste di Lampedusa.
Le navi militari prelevano i profughi. Si attrezzano tendopoli.
Dormono stivati in caserme a centinaia.
Le madri li avevano stretti in un ultimo abbraccio prima di partire.
Nella sacca solo la coperta contro il freddo di marzo.
Davanti a una terra che schiude loro i suoi tesori di sterpaglia
alcuni saltano le recinzioni e fuggono verso il futuro.
Il futuro è una parola che non ha confini.
Chi potrà contenere la speranza dentro delle palizzate?
La giovinezza mostra i suoi muscoli insanguinati e le sue vene.
Il sole fa chiudere gli occhi e asciuga le lacrime.
Domani sarà un nuovo giorno per un progetto invisibile
che tenta percorsi e sparge le sue spore nel vento.
Com’è sempre stato. Salpare le vele e gettare le reti.
Le donne a restare, rassegnate al tempo che passa.
Chi è in fuga si sente di troppo nel suo stesso paese.
Di troppo siamo tutti nel mondo, alveare comune.
Se i beni fossero miele, che fluisce e consola.
Non sangue né armi a forma di gioco
su cui saltano i bimbi, brillano come stelle di giorno.
Con i se e con i ma non si fa la storia. Eppure se tutto fosse diverso.
Se potessimo insieme pensare e insieme respirare e nutrirci.
Nessuno sarebbe in esilio, la terra il nostro paese.
Ho bisogno di una lingua di poesia che torni a dire tutto questo.
Anche se ho poche parole per dirlo, se dire questo è balbettare parole.
Loredana Magazzeni
Da “Volevo essere Jeanne Hébuterne”, Milano, Le Voci della Luna Poesia, 2012
MARIELLA DE SANTIS
ReplyDeleteSalutarsi Sempre
Salutarsi sempre, col sacchetto del pane in mano
sull’ultimo gradino di casa, sotto la luce sbieca
della metropolitana, tra i colleghi in ufficio.
Salutarsi sempre, dita contro dita
guancia su guancia o a labbra socchiuse.
In stazione imbarazzata lasciare una moneta
a chi la chiede, mentre il treno su cui tu sei
da me e dalla città operosa ti allontana.
Salutarti sempre, te che sopra ogni altro amo
fingendo di ignorare l’addio in agguato
in ogni nostro arrivederci.
ALWAYS SAYING GOODBYE
Always saying goodbye, with a bag of bread in your hand
on the lowest stair in the house, under the slanting light
of the underground, between colleagues in your office.
Always saying goodbye, fingers to fingers
cheek to cheek or with parted lips.
In the station, embarrassed, give a coin
to whoever asks for it, as the train that bears you
takes you away from me and this industrious city.
Always saying goodbye, to you whom above all others I love
pretending not to acknowledge the adieu that lurks
in every au revoir.
(da La Cordialità, Nomos, 2013, edizione bilingue. Traduzione di Anthony John Robbins)
LUCIO ZINNA
DeleteLe ore salvate
Fondi nome e cognome in minuscoletto
come fece « guidogozzano » anticipando
l'indirizzo di posta elettronica
rendili confacenti a quanti
giocarono con te al ribasso
compreso quante volte te stesso.
Disse di sé Mallarmé « mi pagheranno
i vivi le ore che mi hanno rubato »
le mie non le pagherà nessuno
e il totale è alto in una vita
vissuta di corsa e facile all'errore.
Ma per le poche ore salvate coi pochi
nella rincorsa dei lustri non basterebbe
un (ormai povero) Perù
ché a tanto equivale il non attendersi nulla.
Ne recupera cento rubate un'ora
avuta in dono o una donata
e consente - da ogni angolo di mancata
dovizia - di confermare che non sussistono
debiti (né per fortuna crediti).
https://www.youtube.com/watch?v=d1uuRi9j6cw
ReplyDeleteI reacquainted with the pitches
ReplyDeletein the trees
walking past, a man says
"keep singing birds,
love the divine,"
and I decide not to worry
if I could soak it up in honor
if the chirping increases
around the debt
I spread
and with
moral
The Pines
ReplyDeleteThe soul unfolds
and it flowers like
a spirit tree in peace,
it rustles in a grove
like a traveler - like an old pine
in a forest of
whispering light
Il piccione (24 maggio 2017)
ReplyDeleteTi pare abominevole
se l'antincendio appicca
fiamme per correre
pagato a spegnerle e
non chi appicca guerra
per correre pagato
a farne un'altra e un'altra
col mandato di Caino
le maledizioni di Abele
e il tuo silenzio-assenso
al reality business
della politica di oggi
al risiko dell'un per cento
al terrorismo ad arte
di qua e di là dei muri
che ci hanno alzato
in testa di tasca nostra
perché t'affidassi sponte
al gatto e alla volpe
divertendoti anche un po'.
Il grossista che ruba
ai poveri per dare ai ricchi
è in giro col campionario
e i fatti gli danno ragione.
Sei tu il piccione, sparano a te.
Marilia Aricò
ReplyDeleteMr War
Roars form the rooms of power
Rags, rattles and cowers,
Rakes, rattles and bemires
Runs with the sound of thunder
Wards from above on under
Waits for the truth to come
Wants you to have no doubt
Waves you to make it better
But do we need a protector
Wandering through shades and lines
Who even not knows the difference?
No do we say in reaction
Needing as only guides
Streets and boulevards of conscience.
MOLTO LONTANO
ReplyDeleteLa tua aria distratta
una dissonanza mitologica
appannata in un profumo che vaga
intuitivo e sussurrato
non offre certezze
ma sostiene il dubbio
se rimane qualcosa da sognare
di un tempo felice vissuto all’ombra
di una tarda notte interiore.
Pensarti attraverso un confine d’aria
svanire in una sonora sensazione e
nel perimetro impalpabile
del nostro focolare
affacciarsi alla porta di casa
al contrario tra i passi sull’asfalto e
un sorriso di comprensione.
Rita Bompadre
non è più tempo, amore mio
ReplyDeleteParigi brucia, brucia
Parigi amore mio e il cuore
è intirizzito sul suo ramo e tu
nel tuo stupore, amore
piangi
Parigi brucia, amore mio
non è più tempo, e anche le parole amore
ripetute non sono più le stesse
la notte ci ripete e ci denuda vecchi e impreparati
colti distratti amore malgrado tutto il mare
ripetesse la morte
la notte amore è un fiume
un mare un muro funebre di pianto
cattedrale di buio
e di parole insalubri mediatiche
di odio
amore mio il tempo non è più
Parigi brucia amore mio e il cuore
si è impiccato al suo ramo
di pioggia e stelle brillano
gli ordigni gli uomini
il nostro splendido palazzo
è in fiamme e brucia amore
Parigi amore è notte
è già un lunghissimo novembre e senti
l’Europa vecchia e sorda urla nel sonno
e tu, tu sola amore
amore mio, tu sola
piangi
Patrizia Sardisco
ReplyDeleteIn cento parole
All’ombra dei fiori
nessuno è straniero
Kobayashi Issa
Animucce che cercano dimora terrena
ci fanno solletico al naso i piumini
dei pioppi e provocano a bassa quota la città:
fiduciosi del vento riescono
a raggiungere anche il mare.
Qualche seme al porto sconfinerà
fino a chissà che terra straniera
dove troverà casa senza carta d’imbarco.
Ma i più s’abbandonano all’asfalto
sui lati delle strade orfani di tutto.
Raccogliendo quelle vite perdute nell’alba
il netturbino le farà volteggiare per un’ultima
danza prima di chiuderle nel sacco.
Ci sarà un piumino per nulla scoraggiato
che metterà piede nell’aiola dell’ospitale menta
e lì prenderà residenza senza visto d’entrata.
Anna Elisa De Gregorio
MARIELLA BETTARINI
ReplyDeleteda “Poesie per mia madre, Elda Zupo”
da dove riprendere? da dove
cominciare? a chi serve?
a chi cale?
ah – memoria che duri il tempo
d’un esistere – poi più – poi
basta: e si spengono vite – e s’en fuggono
lustri – secoli – evi – scompaiono
generazioni
memoria-lampo
nella quale solo granuli – briciole –
solo poco – pochissimo si serra
di tanto faticare
Annalisa Macchia
ReplyDeleteA casa
Finita la guerra.
Negli occhi un riflesso d’abisso
che blocca il respiro.
Fagotti accarezzati dal mare.
Ogni bambino ha un angelo vicino.
Un angelo a forma di mamma
gli prende la mano
lo stringe tra le braccia
scosta una ciocca di capelli con un bacio
scaccia l’ultimo incubo
e gli sussurra piano:
Vieni, ti porto a casa.
'Minutes'
ReplyDelete10:30
Stuck in forged nights
Surreal darks and forced routines.
Dinner served with delicacies
topped with butter and arrogance.
11:00
Dreams are way far
And so is nightmare.
The teen walks, loneliness and more
in search of stairs ending to endless dark.
11:30
Cigarette puffs lurking in the air
Smoke stained lips tasting green
Hours, minutes and days melting in the gulped aroma
Another night burning in the glass-ashtray.
12:00
Salient breeze dying in mouths of misery,
gay and deep, warmth and lust
the boys puke out their brains
dipped in blues of proclaimed insanity.
12:30
Another cigarette burning to ashes.
Fingers fluttering with the dying cigarette
raised to the heavenly memoir
too blues burn, breaking apart.
1:00
For their is no endless clock
to sail in gay and harmony.
Smoke stained lips rubbed in horror
hiding self, for it is proclivity.
1:30
Another independence breaking down
boys sail back to their anticipated misery.
Bedsheet and mouth smells the same
brushed with fruity yet dead dreams.
-Soham Basu
Peace
ReplyDeleteWhen your mind tries to understand
When you stay silent when others argue
When you have no time for hatred
When your inner soul is filled with calm
When the power of love overcomes anger
When we stop thinking about peace
And start feeling it by heart
Then there would not be a word called WAR in any part of the world
Just PEACE remains everywhere.
Feel it’s beauty
Accept it's reality
Smell the wonderful essence of life
Learn to walk in its way
Definitely you will achieve your destiny.
Peace pave path
To your life and to your soul.
I write poems in the name of Sparlking river. (Allpoetry.com)
My real name is kiruthika karthik. Thanks for the opportunity. Good luck for you.
Regards
Kiruthika karthik
UNCONDITIONAL FRIENDSHIP
ReplyDelete(I, as a 57-year-old poetess, have written this poem below on friendship. Enjoy reading!
Friendship is a truly lovely, enervating and beautiful feeling
to explicitly show our reciprocal mutual love and care,
and how valley-deep our heartfelt emotions can be,
and how readily we are willing to mutually trust and share
A friend is someone we can blind-folded, believe in,
and one who stands resolutely by us, proud and strong,
a person who can without jealousy laud our achievements,
while seeing that we don’t go caput, haywire or wrong
Having a friend is very essential and absolutely necessary
in order to successfully face enemies on the way,
but guarded by the friend’s ability to accrue trust in them,
while helping us keep problems and anxieties at bay
However, even bosom friends sometimes acrimoniously fight,
but one should overlook petty skirmishes and not cry,
for if the friendship is destined and fated to be,
it WILL be, for true, unconditional friendship can never die
Due to inexplicable vicissitudes and intransigencies,
a whimsical friend can inflict indiscriminate pain,
but one should forgive the friend and one’s self,
for it is only in giving and forgiving that we ultimately gain
Why should friendship be such a top-notch priority?
It’s because friends stand by one, come what may,
friends live for us, they lie for us, and they even cry for us,
proving that “Where there’s a will, there’s an awesome way”
Heart-wrenching tears are streaming down my face,
as I think of what my sacred friendship is all about,
a friend who loves me genuinely for my heart, mind and soul,
“A friend is one who walks in when the whole world walks out”
“When the diamond’s aura and fire diminishes in beauty,
Only then will a friend wantonly relinquish his duty”.
By Miss Heera Nawaz,
5C, Garden Homes,
27, Aga Abbas Ali Road,
Bengaluru – 560 042,
India
(E-mail: nawazheera@gmail.com)
(Mobile: +91-8722055666)
da Luoghi scarsamente popolati (inedita)
ReplyDeletecambio di clima
e la politica dei segni, vista da quaggiù
dai canali di scolo dalle rogge
d’un calore eccessivo di settembre spiraleggiante ottobre
lontananza discreta e riservata delle giornate brevi ed anestetiche
la riforma delle stagioni delle foglie che non hanno ragione del loro pessimismo
si torna sui propri passi per spirito di partito preso
con la prudenza d’una svogliata educazione
tanto a primavera, di nuovo, prevedibilmente nuovi innesti.
Poi se arriva il freddo e lo sai le notizie
sono sempre false e tendenziose come periodi ipotetici
e la politica che senso
a cosa ammicca di quale volta buona
di quale cambiamento si può fare
stando così le cose e poi tutti al lavoro, certo
allora le foglie pongono una questione di fiducia
gli uccelli hanno smesso di cinguettare
come una usurpazione d’un diritto
si avvicina l’inverno migratorio
e non pare davvero una metafora
di dove vanno i figli
semmai un assottigliarsi della luce
come avviene in molti tunnel in molte
vie di fuga
ott. ’15
Giacomo Cerrai
magnifica la tempesta digitale
ReplyDeletemagnifica la tempesta digitale
chat di emozioni e desideri ad alta definizione
cavie di una nuova rivoluzione
a ruota libera immobili
sconfinano nell’impossibile
martiri della grande rivoluzione tecnologica
oggi mi servi
inseguono angeli da rovina
menti che inventano mondi innaturali
confortevoli manipolano
esseri umani ansiosi
cuori crepati in frantumi
si incontrano nelle terre virtuali
in viaggio per crederci
e scomparire
nel nulla del pensiero.
NON HO VISSUTO
una intrusa mail incendia
il plasma del computer
si propaga nell’aria umida e densa
dai muri ammuffiti
di un appartamento zeppo
di potenti processori
dotati di falsi sentimenti credibili.
Oronzo Liuzzi
INADVERTIDO FESTÍN
ReplyDeleteSucedía invariablemente,
la mano suspendida
esperaba eternamente al resto del cuerpo,
encerrándose dentro de una añoranza plástica,
de un cosquilleo profundo. Letal.
Las intangibles caricias florecen,
esparcen su esencia,
cada noche.
La sangre sabe dónde yace la ceniza.
En la casa habitada hay festín,
las cochinillas se regodean.
En la periferia hay amor,
hay confort,
hay completos desconocidos,
y una angustia de la presencia que se tiene de más,
y una aversión de lo que se tiene de menos.
... of his bones are coral made (Ariel’s song)
ReplyDeleteossa di corallo
metamorfosi marina
ricca
e strana --
rami rossi
ventaglie d’oro --
pensiero di voi
i nomi mangiati
da pesci
che mangiamo:
voi
la nostra carne
comunione.
Brenda Porster
PADRE NOSTRO
ReplyDeleteOltre Munch quale urlo vuoi udire
mio Dio che rompa il tuo silenzio?
Quale notte più profonda attendi
che illumini la tua morte?
Come puoi ancora volere
volontà che non sia quella tua?
È forse libertà abusare della tua pazienza?
Odio questo libero arbitrio
questa licenza di morte
Padre nostro che non stai sulla terra
schioda l'uomo dalla sua croce
salvalo dalla sua volontà
senza rinunciare alla tua
affinché col tuo regno sia fatta
volontà piena
come in cielo così in terra
Lezione di astronomia
ReplyDeleteGuardo il cielo:
come può
essere così giusto?
Non ha limiti
non ha confini
non ha razze
è incroci di nubi
passaggi di venti
bagliori e colori
la luce sposa l'ombra
nel blu
in vapori di silenzio
tutto è aperto
tutto è stabile
tutto è mutamento
ascolto il cielo
vedo la pace e spero
così nel mondo.
Piera Giordano
Paz
ReplyDeleteRetozo
en él
silencio
como hoja
otoñal sobre la tierra
abandonado todo
( que todo es prestado )
( que todo es prestado )
yazgo
des nudo.
Entonces
la Vida
anida
en mi
como en todas las cosas.
Sindhu Selvi
ReplyDeletePeace
When your mind tries to understand
When you stay silent when others argue
When you have no time for hatred
When your inner soul is filled with calm
When the power of love overcomes anger
When we stop thinking about peace
And start feeling it by heart
Then there would not be a word called WAR in any part of the world
Just PEACE remains everywhere.
Feel it’s beauty
Accept it's reality
Smell the wonderful essence of life
Learn to walk in its way
Definitely you will achieve your destiny.
Peace pave path
To your life and to your soul.
MISERERE
ReplyDeleteAnche la notte ha paura
-quando apre gli occhi
sul sangue dei fiori
a pelo d’acqua
Ogigia – remoto ombelico
del mare
ha sprangato le porte
filari di spine a cerchiare
le mura
Ecce homines – buoni
e cattivi alle sbarre
a implorare clemenza.
Anna Maria Bonfiglio
(poesia inedita)
AUTORITRATTO
ReplyDeleteAntisettico momento
mi respingi.
Iride opaco rifletti
l'angoscia repressa.
Ritratto d'anima.
Basta! Voglio urlare.
Assurda pretesa
di un gesto
per piangere.
Fermati mano assassina,
Deleterifiuta il potere
che semina morte,
là, dove occhi innocenti
cercano il sole
per iniziare a vivere.
Apriti, cuore inchiodato,
lascia filtrare luce
da fessure d'amore,
dona futuro
a braccia indifese,
non tombe, nè croci.
Trema il mio corpo,
rigetta sangue innocente,
mentre accoglie con gioia
trasfusioni di PACE e di VITA!
IMM/MIGRAZIONE
ReplyDeleteCome uccelli migrano
per cercare il sole,
per trovare cibo.
OCCHI INNOCENTI
ATTENDONO RISPOSTA.
L'indifferenza infierisce
su corpi impegnati
ad aggrapparsi alla vita.
Possa sgorgare
acqua di sorgente
dalle ferite impresse
da una società egoista ed opulenta.
Im/migriamoci tutti
in un mondo di
UGUAGLIANZA E GIUSTIZIA.
ReplyDeleteOUR ALL
We've been given a city,
with strong morning coffee and sunlight,
The old coin smell of the A-Train.
In the morning crossing-guards stand,
light-struck and serene,
over the day's arrival of students.
Mornings we work, as others
raise their nets, shoulder their baskets,
as we all praise the debris of passing moments.
We've been given a city.
The city came between us and the all.
We have been given a house
on the high green hill.
The curtains inhale and exhale
the breadth and the width
all the length of our lives,
and nothing can come between
us and the All.
We are graced by salt and light,
and all the sweetness comes together.
We have been given nothing but
bread and water which
comes between us and
the moveable feast.
We have been given nothing but
an hour of air to breath,
and that air is dazzled
with the All.
SOBRE A AMIZADE
ReplyDeleteHouve tempo em que as coisas
buscavam aderir ao corpo.
Um de meus amigos sabia
deixar-se levar pelos dias.
Eu não, as coisas me atacavam
com mil muriçocas na cara!...
Pelos olhos se intrometiam
persistentes visagens frias.
O velho tio a ressonar
abre a boca, faz-se de ar.
A amizade ficou no tanque
a boiar, sem que alguém a toque.
Uma meia suja, lavada
está, no torvelinho da alma.
Olhe o velho, no trem, a boca
mole atrai o olhar da moça.
O olhar pousa sobre as coisas
e adere às que, sem querer, toca.
Depois aprende-se que aderir
é mais um fechar que um abrir.
Fechar a torneira do olhar
faz-nos ver do tempo a folha.
É quando o tempo, seletivo,
faz-nos ver o que via o amigo.
De todas as lembranças ruins
ficou apenas o maruim.
E o que antes era dor
agora finge doer de amor...
Algumas coisas já não querem
aderir, sem cola que as pregue.
O engenheiro sente o pânico
pela fuga de uma equação.
O prédio desabou, os mortos
o acusam, o mundo é torto.
Em sonho, as coisas não voltam
e tentas pescar a memória.
Por falta de uso, dois mais dois
demora a ser o que já foi.
Quanto era mesmo? Não sei.
Falas pela boca do velho...
Sentes o gosto da liberdade?
As coisas não te querem mais...
Os opostos aderem, coxas
suam, ouvem-se vozes roxas.
Teatro na cama, fazer a voz
fluir, calma, soltar os nós.
Nossas vozes, teias sonoras,
tudo envolvem, até as horas.
Estamos cobertos de voz
dentro de um cobertor de luz.
Meu corpo adere ao teu
em bicicleta para dois.
Sabes aderir com os braços
e nada rompe o teu abraço.
Nada, exceto a tosca lâmina
da palavra “adeus”, que nos ronda.
Ninguém ousa dizer adeus
e seccionar o duplo eu.
É complicada cirurgia
cortar pela metade o dia.
Como será viver sem ti?
Seria como viver sem mim?
O cimento nos une ao mundo
e já nem rimos senão juntos.
Esperamos que a noite venha
liberar-nos de toda resenha.
Todas as argamassas, menos
uma, amizade, vão cedendo.
E o dia rompe sem que nós
tenhamos rompido tal nó.
The Poem of J
ReplyDeleteI asked A about it. He laughed and said I already knew about it, still, he didn’t seem to realize my problems were with me.
I asked B about it and she was very upset and said my life was hard and her life was hard.
I asked C about it and her answer was very interesting and well put but I couldn’t apply it to me.
So I asked D about it and he spent many years giving me the answer, little by little, but at this rate I’ll never get it.
I asked E about it and he made some disparaging remark and wanted to talk about money.
I asked F about it. She didn’t want to talk about it.
I asked G about it and we had a very intense conversation, after which he disappeared and never came back.
I asked H about it but there was a question of confidence that got in the way, over and over again.
So I called I about it since of all the people I know he seems to know most about it, but by the time I reached him I was tired and couldn’t sustain the conversation.
Finally I talked to J about it, who is dying this year, and who didn’t feel very much in his life and invented a persona more consciously than most of us do and he said he hoped he’d find feeling and learn to love and learn to die.
I wished him luck and he was astonished that I was crying, since we had been out of contact for years but now all that had angered me seemed petty.
Gilberto Isella
ReplyDeleteLa ripulsa
Nella teca
la molla di una mano
spinge cialde immaginali, in vischiosi
diverticoli rallenta: magma
che al vetro accorpa
un turbine grasso di cucina.
Quante vene masticate, quante libbre
di tuono evaso dall’epa celeste
a contendersi l’ossigeno del tempo!
Sarà questo il sito versicolore
delle mutazioni, decantato
dai saggi d’Oriente, o un risibile
cartoccio di ripulse?
Antifone annose, lanugini
dal malanimo indurite,
fumo occhiardo di colpe remote
arroccato su lettiere a traino agonico
Sarà questo il sito versicolore
delle mutazioni, o già strisciano sui volti
alla ventura
ovatte opache e smisurate, fedeli inventari
della dimenticanza, ingloriosi
sismi d’ossimori?
(da Quartiere pinto, raccolta inedita)
Annamaria Ferramosca
ReplyDeletefrom Ciclica Edizioni La Vita Felice, collana Le Voci Italiane, Milano, 2014
urti gentili
mi manca la lingua mi manca
quella timidezza di vocali aperte
di zeta dolce nel grazie
un incurvarsi della voce in gola
come a piegarla fossero le pietre
salentine del ricordo o forse
una malinconia residua della nascita
ingorgo che resiste
allo sperpero del vivere
furore dei cieli di una volta
grida bianche dei dolmen che insistono
nel vedere il mattino sorgere
sulle rovine ogni volta
qualunque sia l’inclinazione della luce
mi manca quella strana paura
prima di ogni viaggio
come un sottile rifiuto della distanza
come di albero che impone alle radici
un limite all’espandersi e si concentra
sulla cura dei frutti
pure amo
tutto questo calpestio di genti nella città
l’impasto lento di animelingue
il rompersi dei meridiani l’inarcarsi dei ponti per
urti gentili
questo annodarci annodando
i cesti della fiducia con antiche dita
gentle collisions
I miss my tongue I miss
the shyness of open vowels
the soft zed in grazie
the curve of my voice in my throat
as if bent by the Salentine
stones of memory or even
some residual sadness from birth
an impediment that resists
the squandering in life
the raging skies of long ago
white cries of dolmens that insist
on seeing the dawn rise
over ruins every time
regardless of the angle of the light
I miss that strange fear
before every journey
like a subtle refusal of distance
or a tree imposing a limit to the spread
of its branches so it can focus
on tending its fruit
I even love
the stomp of all these people in the city
their soul-tongues mixing slowly
meridians breaking bridges arching over
gentle collisions
this inter-weaving as we weave
baskets of trust with ancient fingers
Translation © Anamaría Crowe Serrano 2014
(© with translator's permission )
genocidi dimenticati
ReplyDeleteè un richiamo
dal bosco delle fronde
cantavi piano
quasi non sentivo
cantavi piano
non capivo
ho consunto una canzone al vento
non sapevo
era di rime di brina
la nostra speranza ora è solo l’eco
è in grado di prendersi cura di me della mia capanna
come prima sperimentazione
chiede una canzone
come seconda qualcosa che ci tenga
più lontano oltre la linea del cuore
del palmo della mano
non so se questo sia un segreto
o solo un giardino al di là di un
muro o di un cancello
è incerto
non è vero che si lamentavano senza senso
dicevano qualcosa ma si è disperso
forse solo l’eco può aiutare
a riscrivere pagine di storia
è un tappeto di foglie
prova a muovere qualche passo
quando finisce la memoria
Linda Mavian
IL DONO DEL FUOCO
DeletePer il dono del fuoco
ogni movenza non fu più
l’appena prima:
un’intuizione informe
antecedente la storia
non idiomatica ancora
sottrasse la notte al terrore
per il nero, per il giro celeste
lo spartito delle stelle
la gravità delle sfere
dell’altro ardente allo zenit
quando sulla terra
si stende fresca l’ombra
o lunga nella stagione
incline a smorirsi
rivelò l’infero celato
la complicanza della colpa
il fregio quando la grazia tocca.
Adriana Gloria Marigo
da Senza il mio nome Campanotto Editore, 2015
No futuro vão se perguntar quem foram esses seres ?
ReplyDeleteQue trocaram amor verdadeiro por momentâneos prazeres
Que se desgastaram inteiro só por dinheiro
Trocaram sentimentos de amor e amizade pelo ódio e pela maldade
Cada vez foi ficando mais comum a tal da falsidade
Cada vez mais difícil de se saber o que era mentira e o que era verdade
Não se sabia mas qual eram os reais valores
Um mundo sem felicidade, e sem flores
Tinham a ilusão de que quanto mais dinheiro mais paz
Amor ao próximo não se tinha mais
Não sou vidente nem quero que isso aconteça
Só espero que com esses versos o ser humano mude sua cabeça
Fazendo esses versos eu entrei em um dilema
Você quem traz problema ao mundo ou o mundo é quem te traz problema?
Sono una nave libica
ReplyDelete1)
Sono un nave libica migrante,
in rotta
la sembro e vedo mentre mi parlano
qui dentro il tram serale
code di cavallo rinverdite da verdi mèches
mi scuotono
davanti ai gesti che parlano nel tram
e i tram corrono circolarmente
su circonvallazioni eterne
di periferia.
Ero una vita in tram, ero una donna in treno
e troppe vite insanamente,
chi spezzate, chi incapaci a parlarsi
sorde e mute.
*
Ero una nave libica sferzata ogni giorno
e ogni notte a viaggiare rifuggendo,
e poi morire.
fiato di molle rabbia,
ragionate storture sul frutto
del controllo sulle vite trattate,
e poi vendute
come la mia, migrante.
*
me le vedo dalla cucina, v e d o
già rinchiudersi la voce,
sulle mie mani piene, piccole
foci di scrittura protese
su le Silenziose
per una vita di periferico abbandono,
io tradotta,
di melma e nulla
sgranata forma del mio nulla
e della cenere -
di ognuna, che non guarisce
le stelline della sconfitta e della fame
chiuse in bocca
come negli scafisti la moneta
derubata la notte prima ai morituri
si chiude in rapido segreto.
*
Sembro una nave già affondata
da anni senza più pensiero senza
sue parole, senza il suo cuore fluido
e accativato, nero
incattivito senza un piano bar una musica
un silenzio dove
nelle formate storie riprodurre
un senso suono della vita.
Carne in prestito
ReplyDeleteTiziana Pagan (2017, inedita)
Credevo mio il pettine e la foto,
la lettera dalla Francia con un bacio stampato.
I sassi in giardino, portati nel cofano dalla gita al fiume,
miei, proprio, indissolubilmente.
Il diplomino, un bulbo secco, la penna di gabbiano
sul davanzale, il dorso del cavallo di legno,
lucido a forza di passarci un panno,
la scrivania che papà ha costruito
mi appartengono, dicevo. E pure la corteccia,
la tenda che sfilaccia, l'anfora sbeccata,
stoffe tagliate e cartamodelli, l'interminato
che persiste nel presente, finché io rimango.
Trascinare come un paguro detriti utili
a coprire la pelle mi rende grande e maestosa.
Ma le formiche mi hanno sussurrato, “la tua casa è per poco,
finché non abbiamo finito”. E quanti sforzi
dei pesciolini d'argento, col rosicchiare libri,
per mostrare che tutte le parole vanno via a pezzetti.
Forando lana lavorata abilmente, pontificavano
sui cicli del mondo persino le tarme noiose. Nel campo
mi circondava la gramigna, alta ed esile, con desiderio,
guardava la terra che spogliavo nuda, per coprirla subito.
Ho considerato tutti. Ma la carne amata ha smesso di guarire,
scolava acqua, gonfia, lucida, il coro di batteri salmodiava
gioia di vita. Allora ho compreso, distrutta.
Dobbiamo restituire, ad un incerto punto,
quello che altri ci hanno prestato, integralmente,
non possiamo trattenere neppure oggetti essenziali,
né la nostra carne, portata così lungamente indosso.
Poem to be dispersed among soldiers in war zones
ReplyDeleteWe have never met
but every day brings you closer,
so let me introduce myself:
I am your wife’s sister,
I am your sister’s sister,
I am your mother’s sister.
If soon you feel compelled
to use violence
because the others do, too,
then hit me, hit me hard if you must,
hit your wife’s sister,
your sister’s sister, your mother’s sister,
yell at me as if I were a dog
in the full knowledge of who I am,
the sister of your wife, sister and mother,
but do not scar me for life
for you will scar your wife’s sister,
your sister’s sister, your mother’s sister.
Is this how your wife sees you?
Is this how your sister sees you?
Is this how your mother sees you?
You are a man, not a beast,
a husband, a brother and no beast,
a son and a soldier: no beast.
When you come home you will see me
in your wife’s eyes, in your sister’s eyes,
in your mother’s eyes, but you will not cry.
You will not cry until you look
into the eyes of your daughter.
Ulmo, vorrei
ReplyDeleteUlmo, vorrei che tu Li Bo Meng ed io
fossimo presi per somma magia
e messi in fruttorto, che in atarassia
si seminasse al voler vostro e mio;
così che grandine od altro turbinio
non ci fosse mai diavoleria,
anzi, vivendo per sempre in armonia,
di stare insieme crescesse voglia o brio.
E Xina Tabara e con Sutatta poi
con Djara che può fare la modella
con noi ponesse quel mago sagace:
e nel fruttorto ragionar di pace,
e ciascuna di lor fosse sorella,
sì come fratelli saremmo noi.
ReplyDeleteVery human art
We have to love someone
who has seen us fall
ruinously from the stairs
without laughing, without trembling,
without hate, without contempt,
without commiseration.
Knowing that it is normal;
it is very human
to touch the marble and the ground
with our back. The spine, elastic,
connects matter and idea, all and
nothing, empty and full.
It does not matter how, afterwards,
the body, the bones, remain.
It only matters the power
to reconcile body and thought,
glass and reflection,
the case, the fate,
the thirst of the flight
and the fear.
Ivano Mugnaini
Carmine Lubrano : nova Letania per Emilio Villa
ReplyDeletee via verso il vesuvio
tra briciole esplose e vomiti in vitrum
vomiti silenti le cicatrici in tinte declinate
ai labirinti teneri patetico preludio ignoto cielo rapito
nella notte delle stelle e dei canti la letania di Emilio
per Carmelo
Bene
e la tempesta napolitana*
in questo incontinente comizio rimario rusario
e strilli stizzosi e mozzichi e sanguinolenti sangennari
quatte mappine ammuntunate e strummole e piquogne
sciusce 'e viento lu mare saglire n cielo e cielo lampiava
e via verso il vesuvio
la pigrizia de li astri e la vertigine
col rischio della voce nella cruna d'una fottuta fogna pietosa
e Trinculo fete de pisciazza
e puozze jettare lu sango
crocifissioni e danze e rutti erotizzati ( allusivi )
e via verso il vesuvio ( sarà una bella giornata )
di sesso stralunato tempesta e musica sonetti
e santo santo proponimento lo cancelliero e lo papa
scandali di democrazia testimoni incarnati
in bordella mignotte scapigliate scalze stracciate
e ci si sguazza dentro a l'inganno ( mirabile )
ch'apre il core a l'ortica ch'intrica
e chini i garofani ai gambi spinosi alli equi-voci
detriti di prosodia e che sorride
istantia nigra nido sexus sibylla deliriis
e via verso il vesuvio
appizzate li rrecchie
l'inchiostro invade s'inventa feria coi vermi
tra atipici sismi e ninfe tra gigli
nude nebbie e nodi e tenie tuoni
incastri endotermici trastulli gingilli
barocchi liofanti
che lengua Amor osa Amor che plora e si lamenta
amor ch'al corpo sano ha procurato scabbia
co' l'Immanuel Romano il bisbidis e l'asmo il rasmo
la superchia parola morduta eiaculanno lampe fummo e fuoco e fuoco e fiamme
all'arruzzata carcassa da surece e zoccole tutta rusecata
e via verso il vesuvio
e puozza jettare lu sango
buffone cu li campanielle a lu cappuccio
* da "La tempesta" di William Shakespeare
nella traduzione in lingua napoletana
di Eduardo De Filippo
Tavistock Square
ReplyDeleteun volo di piccioni si leva
dal braccio della statua di Ghandi.
Qualcuno legge, o medita in silenzio
tra il verde e il bianco dei gerani.
Di lato, un masso, posto da obiettori
a rammentare il peso delle scelte.
Fiori a mazzi appassiti di fresco
sulla targa per i morti di Hiroshima.
Tutto assorto in figure di kendo
un ragazzo brandisce il suo bambù
ripassando fendenti al ralenti...
può ridursi a una danza la guerra?
Londra, agosto 1997
Fiorenza Mormile, Le calibrate spine, Fermenti, Roma, 1999
ReplyDeleteOra che ho radici negli occhi
Voglio raccogliere ogni respiro
Assaggiare i gesti di chi mi sta accanto
Immaginare gli spostamenti
Verso di noi i modi
Di dire o di mangiare
Tutta la fatica e il sudore.
Quando anche io
Sono un po' di voi.
(Rossella Renzi, inedito luglio 2017)
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[Medellín Highs Medellín Blues] New comment on Maria Damon.
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Paul Devlin
to me
2 days agoDetails
Paul Devlin has left a new comment on the post "Maria Damon":
Victim
If you are a victim of a crime,
You know all to well it takes time,
To get your smiley and bubbly self back,
Something you thought you would never lack.
Its not enough that they are sent to jail,
You still have your head between your tail,
Scared and feeling all alone,
Avoiding all calls and texts on your phone.
The thing that person did to you never leaves your mind,
You feel wrong thinking everyone could be nice and kind,
But its people close to you that hurt you the most,
And if they get away with it all you hear is them gloat and boast.
So keep in mind all the victims out there,
Just smile and show them that you care,
Never be afraid to ask for help,
You never know when your the one making that yelp.
By Paul Devlin aged 24 ©
Cancer
ReplyDeleteCancer is an awful disease,
A cure for it would be wonderful please,
Cancer takes so many lives,
Mothers father's children and wives,
Loosing someone to it can be so upsetting,
Most of the time the cancer is life threatening,
But someday someone will find a cure for it which will be great,
But for some families it's already too late.
The patients with cancer suffer so much,
On different types of meds as such,
Hoping the cancer will just go away,
But that's hardly ever the way,
Cancer patients can deteriorate very quick,
And become very ill or sick,
And there's not much we can do about it,
Just pray to god to answer the prayers on the candles we lit.
Some people are able to win the fight,
But they struggle for loads of days and nights,
The ones that beat it make me so so happy,
The ones that don't make me feel crappy,
If there was only something we could do,
But honestly I havnt got the slightest clue.
I acknowledge all the work done by medical staff,
They take it seriously because they know it's no laugh,
They do the best they can with what they got,
But in fairness sometimes cancer is difficult to spot,
When it's found its acted upon very fast,
Because they don't know how long the person will last,
Treat it quick and it might not spread,
But hearing the results is something we dread.
Do you know the signs of cancer,
Take a trip to your local Gp for that answer,
A check up every now and then wouldn't go a miss,
It's better to act fast with this,
So please just know the symptoms so your aware,
I'm telling you this because I care,
It's better to be safe then having to worry,
A check up is as simple as buying a mc flurry.
If your reading this please say a prayer for those who have past,
And those who are fighting it so they can beat it at last,
I hope this poem makes you stop and think,
Because cancer does not just stop or shrink,
Again I will say that cancer is one horrible disease,
So a cure for it would be most grateful please.
Ugo Berardi
ReplyDeleteSTATO DI GRAZIA
(brani tratti a frammenti
dal poema,in forma Laboratorio Poetico
d'Ipotesi)
E intanto il cuore
batte, (Dispositio)
che sia ripresa
o ricaduta.
(......)
E dire che pensavo
andasse bene,quando
improvviso il male cadde.
(........)
E cosi,il discorso
riprendendo,mi accorsi,
grazie al mio male,
disagio da attivita'
lo chiamerei,che forse
sarebbe apparso
un cambiamento.
(......)
Capisco ora Virgilio:
non era pazzo! (climax)
Ed io che liceale
trascuravo,
pur conoscendolo,
il suo tormento
per le crisi,
allora come oggi,
di un Impero.
(.......)
Adesso ancor di piu',
cspisco perche' esistono
i poeti.
Perche' ce n'e' bisogno,
perche' e' il narrare a noi
cio' che e' Assoluto.
(......)
Oh Dio,se questo (eloi',eloi,
eloi',
rengye
kyo) e' il mio destino,
lavorar per scrivere,
poi meditare,
Oh Dio,che sei l'Atman
d'Oriente,Armonia
mi fai avvertire.
Se questo e' il mio
destino,
levami tutto il resto.
(......)
Inno alla Gioia, (Elocutio,
Dispositio)
Filosofia Perenne
del mio essere.
Non distogliermi
dall'Assoluto,
dal compito,
umano parto,
del creare.
Tuscia Viterbese,maggio/
luglio 2017
Hay que invocar el acontecer
ReplyDeletepara que el acontecer sea humano
Hay que levantar las manos de hacer
no las de los milagros
y que los dioses levanten las de los milagros, a la vez.
Blessed you all here
and the sacred force in your voices.
He sentido un poco de fe
en el centro del ombligo
en el medio mismo evaporado del corazón.
© Mar i bel Valdivia Palma
Santander, España
marzo 2016
Da Città e luoghi d'Europa.
ReplyDeleteA C.
Città a luoghi d'Europa.
A C.
Il lume dall’altro rischiara
un volto reclino sul libro.
Due mani sorreggono
il buio attorno: Berlino anni ’30.
Fuori si sente musica rock
davanti alla casa un fastfood accoglie
stanchi avventori prima
che la movida notturna li inghiotta.
Il tempo dunque è ora e qui…
Ma quella donna che legge? Le mani
che abbracciano il libro
e accarezzano le pagine
dove è incisa la storia dell’Europa
che amiamo? Lei scosta la tenda
il vetro riflette un volto elegante
severo, un istante di eterno prima
dell’uragano, imminente.
SUONI
ReplyDeleteNon conosco
il tuo passo, le tue pause
i sonni.
I tumulti d'avvio
di nuovi battiti,
né il tuo sale nella goccia
della lacrima.
Tuttavia so le mani
e i loro suoni.
GIORGIO MOIO
ReplyDeleteun indefinibile vuoto
salta dal mare
come un saltimbanco
avvolge un popolo
in dismissione
già avaro d’idee
sull’orlo di un precipizio
dove non c’è pace
non c’è riscossa
se l’irregolare è temuto
e il resistere
un’ombra nel buio
se l’amicizia è un difetto
l’aria si fa salina
ed è l’unica certezza
in un vortico di solitudine
maggio 2016
Arte umanissima
ReplyDeleteBisogna amare qualcuno
che ti abbia visto cadere
rovinosamente dalle scale
senza ridere, senza tremare,
senza odio, senza disprezzo,
senza commiserazione.
Sapendo che è normale;
è arte umanissima
toccare il marmo e il granito
con la schiena. La spina, elastica,
calca lo iato tra la materia
e il niente, il vuoto e il pieno.
Non conta come, dopo,
è messo il corpo, le ossa,
la postura.
Conta la forza di conciliare
la carne e il pensiero,
l'io e l'altro,
il vetro e il riflesso,
il caso, il destino,
il volo e la paura.
Ivano Mugnaini
ARTE HUMANÍSIMO
ReplyDeleteEs preciso amar a alguien
que te haya visto caer
ruinosamente por las escaleras
sin reírse, sin temblar,
sin odio, sin desprecio,
sin conmiseración.
Sabiendo que es normal;
es arte humanísimo
tocar el mármol y el granito
con la espalda. La espina, elástica,
calca el hiato entre la materia
y la nada, lo vacío y lo lleno.
No cuenta cómo, después,
está dispuesto el cuerpo, los huesos,
la postura.
Cuenta la fuerza de conciliar
la carne y el pensamiento,
el yo y el otro,
el vidrio y el reflejo,
el azar, el destino,
el vuelo y el miedo.
IVANO MUGNAINI
(Traducción de Carlos Vitale)
Tiziana Colusso
ReplyDeleteLa creatura che non s’arrende
La guerra non viene più dichiarata,
ma proseguita. L’inaudito
è divenuto quotidiano. L’eroe
resta lontano dai combattimenti. Il debole
è trasferito nelle zone del fuoco.
La divisa di oggi è la pazienza,
medaglia la misera stella
della speranza, appuntata sul cuore.
(Ingeborg Bachmann)
La creatura che non s’arrende non scava
trincee ma nicchie, nicchiando alle ingiunzioni
di caporal maggiori, caporioni e cape-scariche,
al nietzschianesimo rutilante di ribelli
attempati, attendati tenaci nei quartieri chic.
La creatura che non s’arrende rende l’idea
della resistenza con il suo solo esser-qui quieto,
caparbio, inamovibile come Buddha in pietra,
che anche sbriciolato dal fanatismo fa brillare
il suo beffardo sorriso-enigma nel deserto afghano.
La creatura che non s’arrende è bella di bende,
come un gatto orbo per amore, un pappagallo autistico,
un pesce spaiato in un acquario, un cane in Chiesa.
La creatura che non s’arrende gioca il gioco della lingua,
ma ha una parola sola, in equilibrio sta in vagoni affollati,
a volte piombati, ma non dispera. E dura.
NOTE. la citazione iniziale di I.Bachmann si può anche togliere se necessario.Te la rimando anche come allegato, qui con il copia incolla si spagina tutto. BESOS
Lezione di astronomia
ReplyDeleteGuardo il cielo:
come può
essere così giusto?
Non ha limiti
non ha confini
non ha razze
è incroci di nubi
passaggi di venti
bagliori e colori
la luce sposa l'ombra
nel blu
in vapori di silenzio
tutto è aperto
tutto è stabile
tutto è mutamento
ascolto il cielo
vedo la pace e spero
così nel mondo.
Piera Giordano
https://www.facebook.com/piera.giordano.58/posts/879075728906982
Inno alla Pace
ReplyDeleteAla Colomba
ovatta
delle Ugual Torri
il crollo
e ad una ad una
strappa
le nere penne
al Corvo,
si che alla Pace
guerra
non osi imbrigliare
l’atto
e le tue piume
spargi
a rallentarne
il passo.
Ala Colomba
protendi
la mano bianca
offesa,
si che conflitto
s’evolva
in Pace, del mondo
a difesa!
Da Tela di Eràto (Sovera, Roma, 2002) e pubblicata nell'Antologia Poetic@ 2002 - Carello Editore.
http://www.valeriaserofilli.it/poesie_edite_e_inedite.html
ReplyDelete"Il lustrascarpe"
Prestami i tuoi occhi
e dimmi del lustrascarpe:
una manciata d’anni
secchiello nella destra
una spazzola nell’altra
con vernice nero fame.
Scarpe senza lacci / scarpe
allacci e lustri agli altri
anche se piove
ma altro che carità:
tu a farcela
nella tua dignitosa
povertà d’ebano.
Valeria Serofilli
Da Nel senso del verso, pubblicata ne Il Laboratorio del Segnalibro, Rivista di cultura e informazione editoriale, n. 15 - Dicembre 2003 - e nell'Antologia poetica Oltre il Confine, e-book di Nuoviautori.org.
http://www.valeriaserofilli.it/ivano-mugnaini-3.html
http://www.valeriaserofilli.it/poesie_edite_e_inedite.html
è settembre – dice Melita
ReplyDeletesu queste terre è transitato l’odio
le guerre ogni forma possibile di lacerazione
difficile è dimenticare
la nostra impermanenza
l’accanito distacco della vita
il tronfio orgoglio delle origini inventate
fasullo come pece
quella del cuore buio senza più parole
a tacere di noi come vergogna
di un’infima esistenza dissipata
nella disgregazione massima
- la perdita l’annientamento di lingue relazioni vicinanze -
è un rimando di sguardi che guardano altrove
le donne l’angelo – con apprensione -
l’angelo dritto davanti a sé sicuro
guarda la gente
che qui viene a guardare
tra le crepe dei muri
queste meraviglie di colori
io sento fraterno lo sguardo delle donne
quel timore antico non semplice paura dell’ignoto
quella ritrosia che non è segno di debolezza
o incapacità d’azione audace
è monito del pianto dello strazio
di tutte conseguenze già subite
parole solo in soffio appena dette di madri di sorelle di amanti
come di chi conosce il peso
delle storie senpre uguali
(Gabriella Musetti - da Beli Andjeo, 2009)
ReplyDeleteit is September – says Melita
hatred has passed over these lands
wars, every possible form of laceration
it is difficult to forget
our impermanence
the dogged detachment of life
the pompous pride in invented origins
false as pitch
black of heart and wordless
to keep our silence like shame
for a worthless existence dissipated
in maximum disintegration
-- the loss the annihilation
of languages relations neighbours –
it is an exchange of looks that look elsewhere
the women the angel – with apprehension –
the angel straight ahead confident
looks at the people
who come here to look
between the cracks in the walls
these marvels of colour
I feel the women’s look as my familiar
that ancient dread not simple fear of the unknown
that wariness not a sign of weakness
or incapacity to act boldly
it is a warning of lament for the torment
of all the consequences suffered
barely breathed words hardly spoken of mothers sisters lovers
belonging to those who know the burden
of history always the same
( Gabriella Musetti, Beli Andjeo - traduzione di Brenda Porster)
https://www.youtube.com/watch?v=216yLRGcAbQ
ReplyDeletePuntella la fragilità delle cose con le parole come gli altri puntellano la nostra solitudine - se non la rendono più aspra. S’arrende alle mattine assolate in cucina quando sente che non è facile accompagnare i bambini a scuola, fare la spesa, riuscire a stare sola con se stessa e scrivere quando il male sembra più forte e il nostro bene fragile, a buon mercato, un bene banale, che non costa nulla. Allora la poesia è l’aprirsi dello spazio delle probabilità, così come si deve aprire l’anima all’attenzione, bandire l’indifferenza. Guardare con pietà i vecchi sulle sedie a rotelle, al parco, un po’ discosti, mentre le badanti chiacchierano stipate su una panchina, aprono pacchetti di pasticcini, stappano bottiglie di aranciata. Domandarsi perché non c’è nessun altro ad occuparsi di quei vecchi, oggi che è domenica, e che pensano e provano, che sperano quelle donne bionde e sorridenti. Allora il tempo scavato tra un dovere e l’altro, tra i letti da rifare e il pranzo da preparare, il tempo sottratto all’oblio dalla scrittura si fa prezioso perché una è la cosa che al tempo ci sottrae ed è l’amore.
A glimpse of mind
ReplyDeleteI lie still on my bed.
Venting without closure.
My heart pounding for escape as I lay on the cloud of my thoughts.
A door opens with light for which I see a man standing.
Requesting to follow him.
As I step out of my dorm I see vacant swings moving unconsciously; like my thoughts
I follow his footsteps hesitantly
Oh the screams: the hallow faces
Cover the horizon.
I no longer vision light
The man disappears into the wind.
I am alone
With a deep breath I try finding that door
A hand felt on my shoulder, a cool breeze
Behold he says, stop for you are a traveler
Lost within your thoughts
Trapped in your own misery
Finding for an escape, through self-harm
That path that you desire to choose
Is not your destiny
Find your destiny!He proclaims
Break all the glasses, create your own path
Bathe yourself with hope
And one day all the doors will open for you
For he who does good, and has faith never returns empty handed
PER UNA CULTURA DELLA PACE
ReplyDeleteIn questa caldana d'enfasi esantematica
che tifa per la pace senza meritarla
la pace tiene duro e latita, come è giusto che sia.
E' più che mai uno zombi
scettico per tutto questo fervore di circostanza.
I tarantolati dalla colomba bianca iconografica
non sanno neanche dove sta di casa
quel battito di pietas quotidiana che è la sola premessa
per andare in piazza con le carte in regola e dare alla pace
quello che si merita. Sono mille miglia lontani dall'idea
di un rendez vous che faccia il contropelo alla retorica
e i conti in tasca a un empito cui manca la benzina
e il firmamento per andare a segno e legittimare una istanza.
La pace à gogo non è una cosa seria quando ci si scanna
fino a cinque minuti prima di farne un avamposto fideista.
La guerra ha bisogno di interlocutori all'altezza
non di aria fritta che starnazza e blatera.
Leopoldo Attolico -
Accoglienza
ReplyDeleteLe mie radici hanno rami
e foglie di tiglio
il profumo dei fiori
vola oltre ogni muro
quando abbraccio la terra.
Le mie radici
portano indosso le ombre
di un autunno infinito
ma tengono in seno le tinte
delle cose lontane
sono colori di pace
li troverai nei miei occhi
quando accolgono i tuoi.
Marco G. Maggu
Aver paura di dire
ReplyDeleteperché quando dici
vuoi dire bene
bene/dire.
Ogni parola
che esce dalla bocca
chiama come una madre
fa rumore di tavola
una festa di cose nuove da scartare
nel caldo feroce delle mani.
Quando dici il bene fai una luce
come di grazia
che attraversa il corpo
e ringrazia
quell'onestà dichiarata:
la sola cosa che ti rimane
per essere veramente
uomo.
Paola Mancinelli.
LIANA
ReplyDeleteSottomessi assettati
dettati poi dismessi
rovistati e spariti
sciolti nell’eco
in un tunnel scrostato
stato di questo stato
scellerato rovello
che trascina per mano
disumano pantano
senza meta oltre
al dolore comune
in sudditanza
insussistenti.
Mentre una lunga lingua
che dondola
liana del mondo
che accolga
chiunque senz’ombra
è solo
e lo trasporta
altrove
dove persone
che sognano
dormono.
https://www.youtube.com/watch?v=wu8cXmzJAGY Friedenstrasse
ReplyDeleteBirgit S H Video poems
AURA di PACE
ReplyDeleteAi quattro angoli della TERRA
trafitte PAROLE di PACE e c h i n o
INcanto felice dei TEMPI
Sepolte tra le labbra
dei BAMBINI
dei SOLDATI
delle MADRI
dei POETI
Afflitti
non più acclamati
disarmati dalla NOSTALGIA
In maree di angeli
e v a p o r a t i
RIdonati
in urne di cenere
in PACE rimembrati
in GUERRA dimenticati
DIStolti
dai sogni stropicciati
Al risveglio
D E S I D E R A T I.
Maria Grazia Martina
AURA di PACE
ReplyDeleteAi quattro angoli della TERRA
trafitte PAROLE di PACE e c h i n o
INcanto felice dei TEMPI
Sepolte tra le labbra
dei BAMBINI
dei SOLDATI
delle MADRI
dei POETI
Afflitti
non più acclamati
disarmati dalla NOSTALGIA
In maree di angeli
e v a p o r a t i
RIdonati
in urne di cenere
in PACE rimembrati
in GUERRA dimenticati
DIStolti
dai sogni stropicciati
Al risveglio
D E S I D E R A T I.
ma quali versi se
ReplyDeletegl’identificativi di contratto se
punto per punto estratti e evidenziati
contraggono a sorpresa le chiose disponibili
alle sopravvivenze appese al chiodo
seppure urgente bruci la miseria
per ventri d’aria sacrosanti e chiatti
di schianto in giroconto deformati
se
nel degrado eccentrico
la combustione
spegneva aspirazioni spastiche
già pietose e ferite e scarne in malacarne
e cicliche e irritanti
:
sconfitto ogni tremito di tregua
la lingua sorda segna
tracce in unghie ritorte
che vergano spire d’orgasmi dirotti
sebbene ogni vocale
pesi più del gesto che le porge