Invito

***Scroll down for the English version***
Per festeggiare la partecipazione al Festival Internazionale di Poesia di Medellín 2017, in cui presento per la seconda volta (la prima all'inizio degli anni Novanta) il mio lavoro, ho creato l'happening online di poesia "Medellín Highs Medellín Blues", cui sono invitati poeti da tutto il mondo.
Come forse alcuni miei più affezionati follower ricordano, ho cominciato ad occuparmi di nuovi media all'inizio degli anni Novanta, esplorando in un network internazionale il concetto di autorialità diffusa, multilocata e collettiva, riprendendo alcune sperimentazioni dell'avanguardia storica, esperienze legate alla poesia performativa e verbovisiva, all'happening, alla multimedialità, ad aspetti cinetici delle arti e della parola, e portandole online in numerosi progetti in sedi istituzionali e alternative.

La partecipazione a "Medellín Highs Medellín Blues" è libera; incoraggiata quella di giovani poeti e poetesse. Anche il tema è libero, ma preferiti testi sul tema della pace e dell'amicizia tra i popoli.

Scrivi la tua poesia (max 30 versi) o link a un'immagine o un video nei commenti sotto questo post.
Possibile una successiva antologia cartacea con selezione di testi, quindi, per favore, posta poesie libere da vincoli editoriali. Postare qui nei commenti significa accettare quanto precede.

Chi vuole contattarmi in privato: davinio@tin.it

*** L'evento è dedicato al poeta, romanziere e critico letterario MARIO LUNETTA, recentemente scomparso.

Siate tutti benvenuti!

Caterina D.

--

"Contro l'arte delle opere d'arte voglio inventare un'arte superiore, quella dell'invenzone di feste" (F. Nietzsche)

***Call for Poets***

Dear friends poets and artists,
to celebrate my participation at the Medellín International Poetry Festival 2017, where I am performing for the second time (the first was in the early nineties) as a poet and an electronic poet, I have created the online poetry happening "Medellín Highs Medellín Blues” where poets from all over the world are invited.
Participation in "Medellín Highs Medellín Blues" is free; young poets and artists are encouraged. The theme is free, but texts on the topic of peace and friendship among the peoples are welcome.
You are invited to post your poem (max 30 lines, without copyright restrictions) or enter a link to a picture or video (please, send a YouTube link) in the comments of this post.

If you want to share, THIS IS THE LINK: 

If you find problems in posting or you want to stay in my mailing list, to stay tuned about the development of this project, or you just want to contact me privately, please write to: davinio@tin.it

*** This eventi is dedicated to the Italian poet, novelist and literary critic MARIO LUNETTA, who recently passed away.

Everyone is welcome!
Warmly
Caterina Davinio  

--
"Against the art of the artworks, I want to invent a superior art, the one of invention of parties" (F. Nietzsche)

Comments

  1. https://www.youtube.com/watch?v=5gMUdwAD_L8

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  2. https://www.youtube.com/watch?v=5gMUdwAD_L8&spfreload=5

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  3. STO VIVENDO COME UN GATTO

    Sto vivendo come un gatto
    Occhi bianchi di neve
    in cerca del respiro
    di una sillaba mancante

    rovistando con le unghie
    in una crepa storta
    che cela un lucicchìo
    d'immagine del mondo.

    Con il barlume atteso
    di quel raggio curioso
    che vuol restare fuori
    dalla finestra aperta
    al centro del mio vivere,.

    rimane incerto l'esito
    come tutte le cose
    che ci stanno intorno.

    Gianfranco ISETTA

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  4. LUCA ARIANO


    Vi siete quasi sfiorati
    in quel centro commerciale…
    Un tempo fabbrica di operai,
    oltre un secolo…antichi pastai:
    ora shopping domenicale,
    abusati franchising.
    In fuga come monaci basiliani
    in grotte scavate nella pietra.
    Mercanti di reliquie girarono
    di corti in corti, in cattedrali
    vendendo fortune da pregare.
    Tu pregherai di rivedere Nena
    nell’alba del giorno più lungo:
    baci portano una nuova stagione,
    un quartiere da ricostruire.
    La vedrai scendere nel suo vestito
    svolazzante profumato d’estate.

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  5. PERDITA


    Larve d’uomini mi vengono incontro e mi abbracciano.
    Mi raccontano, con facce livide, fatti incomprensibili,
    assolutamente non condivisibili, ma è in nome
    della parresia che le loro frasi monche si incistano
    nella mia testa. Che meraviglia – urlano in tanti –
    questo parapiglia di parole scandalose,
    questo bruto logos che vilipende e ustiona.

    Qui è la voce di un reietto che mi guarda
    Là è il gesto di un deietto che mi sprezza
    Altrove è il ballo macabro di dichter und denker
    incerti e trafitti da un senso di colpa,
    che mi chiedono nel fuoco della contemplazione:
    quando un uomo è un uomo?

    Fossi un portatore di cristiana fede gli direi:
    quando riesce a incarnare l’hypomone,
    ma l’animo paziente non alberga in me
    che non rimerito neppure lo sperare
    contro la speranza. Mi unisco allora ai fratelli
    col costante dubbio che una pienezza d’uomo
    passi necessariamente per la perdita di me.

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  6. SUL LUNGOFIUME

    raggelano sui ponti nel visibile
    quando si specula dall’alto curva
    l’esplicazione delle linee agli occhi
    contro la comprensione del veduto

    versato dalla parte della carne l’alibi
    scemati i dubbi esalano dalle nebbie
    come l’inconsistenza in verbis o fuori
    ondeggia si racchiude nelle dune il senso

    quel flusso si libera nella corrente
    le cose lasciano in conto alle parole
    finalità e scorpori di salute in pace
    ma torna in fretta l’ansia di ricucire

    strappi nelle figurazioni del presente
    una rimessa o remissione di bontà
    con l’esclusione di chi rema contro

    e un dipanarsi di quel canto nudo crudo
    sopra il pendio a ridosso delle balaustre
    sul lungofiume che distrae dalle nuvole

    Maurizio Soldini

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  7. Con altri occhi

    Ci sono giorni in cui
    guardando i volti della gente
    la loro bellezza mi sorprende
    fino a spalancarmi il cuore
    come un colpo di vento.
    E a tutti vorrei dire: io vi amo,
    vi amo solamente
    perché ci siete, perché siete vivi.
    E come mi commuove
    l’illividirsi lento lento
    delle cose nella putrefazione
    che mi insegna la carità del tempo
    nel preparare la sorte del morire.
    E che stupore vedere
    in un documentario
    le cellule del papilloma
    esplodere e moltiplicarsi
    come a primavera i fiori
    ubbidendo alla vocazione
    del fare perfettamente.
    E aprendo le braccia come rami,
    mi sembra di toccarla
    la cupola azzurrissima del cielo
    immaginando l’oltre sempre più grande
    che io non so, e il futuro e l’ancora
    che non sanno il mio essere adesso,
    il mio avere una tana di carne
    come una minuscola bestiola,
    ma tanto più stupefacente
    quanto più somiglia al niente
    del mio respirare molecole d’aria
    e l’anima-vento.

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  8. by JOHN M. BENNETT




    qui brûle

    c'est risible ça
    un miroir visible
    COMME LA MER
    sin pantalones
    con un retrato de
    aceite en el coco
    à huile à huile a way
    sin LA FUENTE DE
    LINGUINI c'est impo
    simble cette merde ça
    mais le fin por fin
    SE VE COMO MONEDA
    inútil ,brillante


    Una luz muerta...nacida debajo del
    horizonte...
    - José Antonio Ramos Sucre

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  9. we've had the land kicked out from under us
    it gets shoved somewhere else and we're at a loss
    loess is everywhere under us
    someone else moved us and the land is mussed
    nowhere to go is our problem
    no origin no horizon and the depths are messed
    the depths are gone what a loss
    everywhere we're kicked and there's no one around

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  10. Non più libero

    Sospeso il tempo
    il pensiero
    chiama ancora
    ma non a parole.
    È fuori
    dal mondo
    è sorpreso
    e lo sguardo
    è invisibile,
    non c'è più
    altrove.

    Matteo Marangoni

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  11. Cuchara en el sueño, el cuerpo
    recoge la noche. Se alzan enjambres
    sepultos en el pecho, extienden
    alas. Cuántos animales migran en nosotros
    pasándonos el corazón, deteniéndose
    en el pliegue del anca, entre ramas
    de costillas, cuántos
    quisieran no ser nosotros,
    no quedar atrapados entre nuestros
    contornos de humanos.

    *

    «he trabajado con la muerte
    en el corazón por un mes».
    Y los ojos que desbordan al pensamiento
    de las noches cuando al otro lado
    de la cama un río se obstruía
    lento de deshechos. Luego en el sueño
    profundo en una gran obra
    reanudaba la vida a cuatro puentes.
    Son veinte años que dormimos
    juntos y solo ahora
    sé que mi sangre
    va de mi atrio al suyo.

    *

    daré simples besos de sutura
    verteré saliva en cada juntura
    seré descascarada y dulce a los dientes.
    Cada mañana te cogeré un puñado
    de flores en la calle.

    Para ti tendré agujas siemprevivas
    y despuntaré cada invierno para abrasarme.


    De "Pasta madre" (Masa madre), Franca Mancinelli, Nino Argano editore, 2013
    traducción de Sebastián Arellano

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  12. STRANIERA - 2017 -
    Nel posteggio della speranza esiste il sogno.
    Dentro l'attesa di una nuova vita albera l'incerto.
    Sotto la luce del giorno si stende il forse.
    Dietro al mare il confine del passato rimane l'orizzonte del futuro anteriore.

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  13. The Dichotomic Cage


    I don't care if someone tracks us
    My compass is my solar plexus

    I don't care for East or West
    I will follow the heart in my chest

    Leave the dichotomic cage
    A remnant of the Atomic Age

    Ukrainians will you break the spell
    Your cranium is your prison cell

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  14. Il corpo migra dai battiti uditi
    sente tacere carne all’aria
    ed il velo dischiuso
    apre e promette tempo alla terra

    Alberto Mori

    www.albertomoripoeta.com

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  15. in Finnish:

    Maailma
    Elämä kulkee omia teitään
    Kuuntelematta filosofeja
    Asfaltista pilkistää oksa

    Translation:

    The World
    Life goes on it's own way
    Without listening to philosophers
    Through the asphalt a branch peeks

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  16. PENSATA DE POETA

    Poeta não nasce.
    É margem de erro.
    Não morre.
    É dígito de estatística.
    Não vive.
    Conserva-se na paisagem.
    Não escreve.
    Decompõe-se em palavras.
    Nas redes sociais é um chip velado.
    Melhor não adicionar senão incomoda suas nódoas.

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  17. #Duchamp@#Rome — 2017
    Attribution Xavier Leton & Bruno Lemoine — Pas d'utilisation commerciale — Partage dans les mêmes conditions — CC 2017
    http://villesallantvers.org/lig_mrs_lig/?cat=66

    Pour les Videos :
    Attribution Xavier Leton & Bruno Lemoine — Pas d'utilisation commerciale — Partage dans les mêmes conditions — CC 2017
    #Duchamp@#Rome1
    https://vimeo.com/xaviervav/duchamparome1
    #Duchamp@#Rome2
    https://vimeo.com/xaviervav/duchamparome2
    #Duchamp@#Rome3
    https://vimeo.com/xaviervav/duchamparome3
    #Duchamp@#Rome4
    https://vimeo.com/xaviervav/duchamparome4
    #Duchamp@#Rome5
    https://vimeo.com/xaviervav/duchamparome5
    #Duchamp@#Rome6
    https://vimeo.com/xaviervav/duchamparome6

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  18. Chrysalide - 2016 © Xavier Leton
    https://vimeo.com/xaviervav/chrysalide
    Licence d'utilisation :
    Attribution - Pas d'utilisation commerciale - Partage dans les mêmes conditions – CC 2016
    --
    Cette VDO poème chercher à différencier les angles du regard et la vitesse de défilement des images. Il s'agit de prendre le temps de voir les corps en mouvement. Lorsque le film ralenti, les corps se dédoublent. Ils occupent plusieurs endroits en même temps, mais se mouvant dans des directions différentes. Si les images du film accélèrent leur défilement alors les corps semblent danser. Pourtant aucune de ces images n'est mise en scène.
    Ces trois points de vues diffères et forment un triangle au travers duquel jouent la joie, l'amour, la tension des corps.
    --
    This poetry seek to differentiate the views and the frame rate. These take time to see the bodies in motion. When the film slow, bodies duplicate. they occupy several places at once, but moving in different directions. If the film images are accelerating their scrolling while the bodies seem to dance. However none of these images is not staged.
    These three views deferred and form a triangle through which play the joy, the love, the tension of the body.
    --
    Xavier Leton, Artist-Engineer-Researcher.
    - Films, lights involving the public & Art in Public Space Public Order (80 socials Housing).
    - Researcher "Work in progress" & "Collective Creation".
    - Project manager & Head of LoAD platform dedicated to digital arts School Arts Design Marseille Med.
    --
    VillesAllantVers.org -- confettiS.org/ -- fr.linkedin.com/in/xavier-leton-a7ab4532

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  19. Il vuoto pieno

    Provenivano luci d’ogni sponda
    colme di immagini impresse sul guscio,
    non un permesso per varcare l’uscio
    un canto libero per rifratta onda.

    Una lente oscurante, sferoidale
    attenuato mi avrebbe quei bagliori.
    L’illusione non smorza gli incisori
    non un paravento in camera ovale.

    Allora una corazza di metallo
    al chiaro prisma avrebbe posto un freno,
    in disuso figura accusatoria

    il canto avrei riempito di baldoria
    un punto senza luci, un vuoto pieno
    solo di ricordi occupanti un ballo.

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  20. LA PACE

    Volete la pace?
    E allora facciamo la guerra
    a tutti quelli
    che fanno la guerra per la guerra
    e non per la pace.

    Il mondo è ormai
    troppo pieno d’insetti
    che defecano dentro gli arcobaleni
    e negli interstizi delle comete,
    troppo sporco di sillabe infette
    di finta poesia,
    perciò rimbocchiamoci le maniche,
    eliminiamo gli insetti
    e le sillabe infette.

    Sparando a bruciapelo agli inetti,
    radendo al suolo ogni cattedrale
    coi pennacchi e le alabarde.
    La pace viene sempre
    dopo una guerra;
    la pace perenne verrà
    solo se la guerra sarà totale e disumana.

    Se hai altre soluzioni
    vai a proporle in televisione alla Panella
    o a Vespa.
    Io sono per la soluzione radicale
    del problema.
    La vera pace si ottiene
    solo e soltanto
    con una vera guerra.

    DANTE MAFFIA

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  21. 2017-06-22

    Ma ecco, inclinaci gli occhi, regolaci le battute, sospendici
    Dal dire [...] ma ci è mancato il deserto, e tu lo sapevi che
    Per affrettare il passo servono dune per la tempesta [...] ma
    Ecco, ma strali, ma è tempo per la segnatura dei codici,
    Prima delle cose, prima che si lascino dire [...] ma ecco,
    Sospendici nel mare, donaci alle intemperie e non lasciarci
    Alle parole, ma liberaci da ogni signore, non ridurci alle
    Parole, non ridurci alle parole.

    2017-06-22

    Ci è mancato il deserto, lo spazio da attraversare per farne dimora,
    Ci è mancato il senso della conquista? Ma tu lo sapevi che per
    Affrettare il passo bisognava avere dune per la tempesta. Ma tu lo
    Sapevi che la conquista o è temporanea o si atrofizza in potere.
    Ci è mancato il deserto e la spina aguzza della rosa.

    2017-06-22

    Ma ecco ma strali, sospendici nel fare e liberaci da ogni signore,
    Concedici al frammento, al segno, ma liberaci dalle parole,
    Concimaci, distendici al fiore, flettici come l'onda, liberaci
    come frecce. Ma ecco, ma strali, saranno intubati i poteri [...]
    nella notte la polizia in assetto antisommossa ha caricato una
    manciata di [...] ma liberaci dal dire, non ridurci alle parole,
    non ridurci alle parole [...] liberaci dall'imperativo delle notizie,
    armaci di ideali come le spine s'infiorano di rose.

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  22. E lontanissimo un gallo.
    Il tempo perduto in città,
    gli attrezzi malmessi del vivere quotidiano,
    l'incendio non voluto che ripara. Spera, tu, spera
    lo spazio piccolo della cura, ora va bene, ora
    nel giro di una frase puoi trovarlo, l'altro
    che si ritrae nel tuo mondo. Catturalo
    con l'arma tua segreta in fondo al cuore.



    Alberto Toni

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  23. Ryan Thoresen CarsonJune 26, 2017 at 8:17 AM

    Lethe



    I fell asleep, while the city blinks
    the snowfall- makes me feckless, destitute.

    the moats of the avenues flicker with reflection,
    you’re down there, I’m holding your picture.

    you aren’t supposed to drink the water in hell
    you aren’t supposed to drink most water, regardless
    of location, it can make you forget.

    are you dehydrated on the banks?
    or gluttonously forgetting?

    I’ve drank every one of these 180 days
    and I still remember, I think of you in the dark,
    gurgling yourself to sleep- to forget
    -to become what you are.

    I’ve been waiting for the sands of drunkenness,
    to take me awhile, to slip through and find you.
    but you're sitting on the shores in dark
    on another plane, while I wallow the dunes

    as the city lights my way to walk across
    it and gaze at the dead east river
    to the beacon

    I drink more to forget my reflection
    on a ravaged red hook dock
    the more i drink the more i forget
    and the more i drink the thirstier you are

    I could summon hell
    be gone and very forgetful

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  24. Al canto del gallo

    Ma noi non siamo lontani dall'abbaiare dei cani
    dai latrati dei lupi mannari
    dall'oscurità che ci abbaglia e ci nega
    dalle mani che fendono sangue
    dalle parole che pesano più delle pietre

    in questa ridondanza di enigmi l'enigma è
    vivere dentro la vita
    avvolti dal cielo padre e protetti dal mare madre

    chè tutto è inutile mio signore
    qui l'avamposto di terra è frantumato
    le schegge di carne dappertutto
    e gli innocenti in fuga perenne
    dai loro medesimi carnefici

    chè qui tutto è sottosopra
    e il demone emerge dietro il sole
    come in un mattino glabro e sciapito

    emaciata l'ombra degli ulivi
    a buonmercato il baratto delle armi

    chè qui tutto tace e il frastuono delle grida
    infastidisce la potenza dei pochi

    bisognerà attendere la nullità che passi
    che passi oltre questi vetri scheggiati
    oltre le ferite agli occhi impazziti

    per barare di nuovo al canto del gallo

    Giuseppe Vetromile

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  25. LA DANZA DELLE API

    Danzavamo la danza delle api,
    piccola madre, col falò in veglia
    e la polvere a far festa sui muri;
    oscurità di battute terre
    tra le dita, sulla bocca, sui piedi
    tenuti in piedi dall’abbraccio: tu,
    di vaste assenze adornata e fiera,
    di salmi addosso al petto, incauta fosti
    tra le libertà rupestri e le cime
    a fingerci certe d’antiche certezze
    vergate da albe nude dianzi al sole.

    Volesti inondarmi di futuro, ed egli
    un dì sputò nero sulla tavola
    nostra appena imbandita, ignaro
    della tua mano sugli specchi, della
    mia voce che ti danzava poesie
    tra i capelli, intrecciandoli. Non altro
    scorsi che fuoco ingoiare fuoco;
    il ventre nero d’un idioma stretto
    tra i loro denti e le mie cosce e le mie
    cose, la mia casa, e noi bianche dell’urlo
    dagli abissi evocato, mentre fuoco!
    Fuoco! Fuoco! Fuoco e nessuna veglia
    a vegliar le donne e il muro, e la spola
    vuota d’un altro non ritorno; la muta
    foce di un’alba che di sé ebbe vergogna;
    ma intanto le api danzano altrove,
    le api intanto danzano altrove.



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  26. Sotto coperta

    Sarebbe facile andare salmodiando
    prendendosi per mano o in solitaria,
    oppure replicare bonomia
    (io dono, tu ricevi confuso)
    su copione di decime irrisorie.

    Ma la coperta o il mantello dimezzato
    protegge ancora solo la tua parte
    e le ciambelle che lanci a salvataggio
    sono sgonfie scadute sottovuoto,
    merci avariate offerte in pompa magna.

    Tu non respingi l'altro, il postulante
    avvolgi di lieve degnazione
    e strepiti il tuo sdegno ad usci chiusi.
    Mentre di fuori la tempesta inghiotte,
    sotto coperta continui le abluzioni.

    Anna Maria Curci

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    Replies
    1. Loredana MagazzeniJuly 5, 2017 at 6:43 AM

      Variazioni sulla parola esilio
      In duemila ancora oggi davanti alle coste di Lampedusa.
      Le navi militari prelevano i profughi. Si attrezzano tendopoli.
      Dormono stivati in caserme a centinaia.
      Le madri li avevano stretti in un ultimo abbraccio prima di partire.
      Nella sacca solo la coperta contro il freddo di marzo.
      Davanti a una terra che schiude loro i suoi tesori di sterpaglia
      alcuni saltano le recinzioni e fuggono verso il futuro.

      Il futuro è una parola che non ha confini.
      Chi potrà contenere la speranza dentro delle palizzate?
      La giovinezza mostra i suoi muscoli insanguinati e le sue vene.
      Il sole fa chiudere gli occhi e asciuga le lacrime.
      Domani sarà un nuovo giorno per un progetto invisibile
      che tenta percorsi e sparge le sue spore nel vento.

      Com’è sempre stato. Salpare le vele e gettare le reti.
      Le donne a restare, rassegnate al tempo che passa.
      Chi è in fuga si sente di troppo nel suo stesso paese.
      Di troppo siamo tutti nel mondo, alveare comune.
      Se i beni fossero miele, che fluisce e consola.
      Non sangue né armi a forma di gioco
      su cui saltano i bimbi, brillano come stelle di giorno.

      Con i se e con i ma non si fa la storia. Eppure se tutto fosse diverso.
      Se potessimo insieme pensare e insieme respirare e nutrirci.
      Nessuno sarebbe in esilio, la terra il nostro paese.
      Ho bisogno di una lingua di poesia che torni a dire tutto questo.
      Anche se ho poche parole per dirlo, se dire questo è balbettare parole.
      Loredana Magazzeni
      Da “Volevo essere Jeanne Hébuterne”, Milano, Le Voci della Luna Poesia, 2012

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  27. MARIELLA DE SANTIS
    Salutarsi Sempre

    Salutarsi sempre, col sacchetto del pane in mano
    sull’ultimo gradino di casa, sotto la luce sbieca
    della metropolitana, tra i colleghi in ufficio.

    Salutarsi sempre, dita contro dita
    guancia su guancia o a labbra socchiuse.

    In stazione imbarazzata lasciare una moneta
    a chi la chiede, mentre il treno su cui tu sei
    da me e dalla città operosa ti allontana.

    Salutarti sempre, te che sopra ogni altro amo
    fingendo di ignorare l’addio in agguato
    in ogni nostro arrivederci.

    ALWAYS SAYING GOODBYE
    Always saying goodbye, with a bag of bread in your hand
    on the lowest stair in the house, under the slanting light
    of the underground, between colleagues in your office.

    Always saying goodbye, fingers to fingers
    cheek to cheek or with parted lips.

    In the station, embarrassed, give a coin
    to whoever asks for it, as the train that bears you
    takes you away from me and this industrious city.

    Always saying goodbye, to you whom above all others I love
    pretending not to acknowledge the adieu that lurks
    in every au revoir.

    (da La Cordialità, Nomos, 2013, edizione bilingue. Traduzione di Anthony John Robbins)

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    Replies
    1. LUCIO ZINNA

      Le ore salvate


      Fondi nome e cognome in minuscoletto
      come fece « guidogozzano » anticipando
      l'indirizzo di posta elettronica
      rendili confacenti a quanti
      giocarono con te al ribasso
      compreso quante volte te stesso.
      Disse di sé Mallarmé « mi pagheranno
      i vivi le ore che mi hanno rubato »
      le mie non le pagherà nessuno
      e il totale è alto in una vita
      vissuta di corsa e facile all'errore.
      Ma per le poche ore salvate coi pochi
      nella rincorsa dei lustri non basterebbe
      un (ormai povero) Perù
      ché a tanto equivale il non attendersi nulla.
      Ne recupera cento rubate un'ora
      avuta in dono o una donata
      e consente - da ogni angolo di mancata
      dovizia - di confermare che non sussistono
      debiti (né per fortuna crediti).

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  28. https://www.youtube.com/watch?v=d1uuRi9j6cw

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  29. I reacquainted with the pitches
    in the trees
    walking past, a man says

    "keep singing birds,
    love the divine,"

    and I decide not to worry
    if I could soak it up in honor

    if the chirping increases

    around the debt

    I spread

    and with


    moral





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  30. The Pines

    The soul unfolds
    and it flowers like
    a spirit tree in peace,
    it rustles in a grove
    like a traveler - 
like an old pine
    in a forest of
    whispering light

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  31. Il piccione (24 maggio 2017)

    Ti pare abominevole
    se l'antincendio appicca
    fiamme per correre
    pagato a spegnerle e
    non chi appicca guerra

    per correre pagato 
    a farne un'altra e un'altra 
    col mandato di Caino
    le maledizioni di Abele
    e il tuo silenzio-assenso

    al reality business 
    della politica di oggi
    al risiko dell'un per cento
    al terrorismo ad arte
    di qua e di là dei muri

    che ci hanno alzato
    in testa di tasca nostra
    perché t'affidassi sponte
    al gatto e alla volpe
    divertendoti anche un po'.

    Il grossista che ruba 
    ai poveri per dare ai ricchi
    è in giro col campionario
    e i fatti gli danno ragione.
    Sei tu il piccione, sparano a te.

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  32. Marilia Aricò

    Mr War


    Roars form the rooms of power
    Rags, rattles and cowers,
    Rakes, rattles and bemires
    Runs with the sound of thunder

    Wards from above on under
    Waits for the truth to come
    Wants you to have no doubt
    Waves you to make it better

    But do we need a protector
    Wandering through shades and lines
    Who even not knows the difference?

    No do we say in reaction
    Needing as only guides
    Streets and boulevards of conscience.


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  33. MOLTO LONTANO

    La tua aria distratta
    una dissonanza mitologica
    appannata in un profumo che vaga
    intuitivo e sussurrato
    non offre certezze
    ma sostiene il dubbio
    se rimane qualcosa da sognare
    di un tempo felice vissuto all’ombra
    di una tarda notte interiore.
    Pensarti attraverso un confine d’aria
    svanire in una sonora sensazione e
    nel perimetro impalpabile
    del nostro focolare
    affacciarsi alla porta di casa
    al contrario tra i passi sull’asfalto e
    un sorriso di comprensione.

    Rita Bompadre

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  34. non è più tempo, amore mio
    Parigi brucia, brucia
    Parigi amore mio e il cuore
    è intirizzito sul suo ramo e tu
    nel tuo stupore, amore
    piangi
    Parigi brucia, amore mio
    non è più tempo, e anche le parole amore
    ripetute non sono più le stesse
    la notte ci ripete e ci denuda vecchi e impreparati
    colti distratti amore malgrado tutto il mare
    ripetesse la morte
    la notte amore è un fiume
    un mare un muro funebre di pianto
    cattedrale di buio
    e di parole insalubri mediatiche
    di odio
    amore mio il tempo non è più
    Parigi brucia amore mio e il cuore
    si è impiccato al suo ramo
    di pioggia e stelle brillano
    gli ordigni gli uomini
    il nostro splendido palazzo
    è in fiamme e brucia amore
    Parigi amore è notte
    è già un lunghissimo novembre e senti
    l’Europa vecchia e sorda urla nel sonno
    e tu, tu sola amore
    amore mio, tu sola
    piangi
    Patrizia Sardisco

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  35. Anna Elisa De GregorioJune 27, 2017 at 8:59 AM


    In cento parole

    All’ombra dei fiori
    nessuno è straniero

    Kobayashi Issa



    Animucce che cercano dimora terrena
    ci fanno solletico al naso i piumini
    dei pioppi e provocano a bassa quota la città:
    fiduciosi del vento riescono
    a raggiungere anche il mare.
    Qualche seme al porto sconfinerà
    fino a chissà che terra straniera
    dove troverà casa senza carta d’imbarco.

    Ma i più s’abbandonano all’asfalto
    sui lati delle strade orfani di tutto.
    Raccogliendo quelle vite perdute nell’alba
    il netturbino le farà volteggiare per un’ultima
    danza prima di chiuderle nel sacco.
    Ci sarà un piumino per nulla scoraggiato
    che metterà piede nell’aiola dell’ospitale menta
    e lì prenderà residenza senza visto d’entrata.


    Anna Elisa De Gregorio

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  36. Mariella BettariniJune 27, 2017 at 9:00 AM

    MARIELLA BETTARINI

    da “Poesie per mia madre, Elda Zupo”


    da dove riprendere? da dove
    cominciare? a chi serve?
    a chi cale?

    ah – memoria che duri il tempo
    d’un esistere – poi più – poi
    basta: e si spengono vite – e s’en fuggono
    lustri – secoli – evi – scompaiono
    generazioni

    memoria-lampo
    nella quale solo granuli – briciole –
    solo poco – pochissimo si serra
    di tanto faticare

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  37. Annalisa Macchia


    A casa

    Finita la guerra.
    Negli occhi un riflesso d’abisso
    che blocca il respiro.
    Fagotti accarezzati dal mare.

    Ogni bambino ha un angelo vicino.

    Un angelo a forma di mamma
    gli prende la mano
    lo stringe tra le braccia
    scosta una ciocca di capelli con un bacio
    scaccia l’ultimo incubo
    e gli sussurra piano:
    Vieni, ti porto a casa.

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  38. 'Minutes'

    10:30
    Stuck in forged nights
    Surreal darks and forced routines.
    Dinner served with delicacies
    topped with butter and arrogance.

    11:00
    Dreams are way far
    And so is nightmare.
    The teen walks, loneliness and more
    in search of stairs ending to endless dark.

    11:30
    Cigarette puffs lurking in the air
    Smoke stained lips tasting green
    Hours, minutes and days melting in the gulped aroma
    Another night burning in the glass-ashtray.

    12:00
    Salient breeze dying in mouths of misery,
    gay and deep, warmth and lust
    the boys puke out their brains
    dipped in blues of proclaimed insanity.

    12:30
    Another cigarette burning to ashes.
    Fingers fluttering with the dying cigarette
    raised to the heavenly memoir
    too blues burn, breaking apart.

    1:00
    For their is no endless clock
    to sail in gay and harmony.
    Smoke stained lips rubbed in horror
    hiding self, for it is proclivity.

    1:30
    Another independence breaking down
    boys sail back to their anticipated misery.
    Bedsheet and mouth smells the same
    brushed with fruity yet dead dreams.

    -Soham Basu

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  39. Peace

    When your mind tries to understand
    When you stay silent when others argue
    When you have no time for hatred
    When your inner soul is filled with calm
    When the power of love overcomes anger
    When we stop thinking about peace
    And start feeling it by heart
    Then there would not be a word called WAR in any part of the world
    Just PEACE remains everywhere.

    Feel it’s beauty
    Accept it's reality
    Smell the wonderful essence of life
    Learn to walk in its way
    Definitely you will achieve your destiny.
    Peace pave path
    To your life and to your soul.

    I write poems in the name of Sparlking river. (Allpoetry.com)
    My real name is kiruthika karthik. Thanks for the opportunity. Good luck for you.

    Regards
    Kiruthika karthik

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  40. UNCONDITIONAL FRIENDSHIP
    (I, as a 57-year-old poetess, have written this poem below on friendship. Enjoy reading!

    Friendship is a truly lovely, enervating and beautiful feeling
    to explicitly show our reciprocal mutual love and care,
    and how valley-deep our heartfelt emotions can be,
    and how readily we are willing to mutually trust and share

    A friend is someone we can blind-folded, believe in,
    and one who stands resolutely by us, proud and strong,
    a person who can without jealousy laud our achievements,
    while seeing that we don’t go caput, haywire or wrong

    Having a friend is very essential and absolutely necessary
    in order to successfully face enemies on the way,
    but guarded by the friend’s ability to accrue trust in them,
    while helping us keep problems and anxieties at bay

    However, even bosom friends sometimes acrimoniously fight,
    but one should overlook petty skirmishes and not cry,
    for if the friendship is destined and fated to be,
    it WILL be, for true, unconditional friendship can never die

    Due to inexplicable vicissitudes and intransigencies,
    a whimsical friend can inflict indiscriminate pain,
    but one should forgive the friend and one’s self,
    for it is only in giving and forgiving that we ultimately gain

    Why should friendship be such a top-notch priority?
    It’s because friends stand by one, come what may,
    friends live for us, they lie for us, and they even cry for us,
    proving that “Where there’s a will, there’s an awesome way”

    Heart-wrenching tears are streaming down my face,
    as I think of what my sacred friendship is all about,
    a friend who loves me genuinely for my heart, mind and soul,
    “A friend is one who walks in when the whole world walks out”

    “When the diamond’s aura and fire diminishes in beauty,
    Only then will a friend wantonly relinquish his duty”.
    By Miss Heera Nawaz,
    5C, Garden Homes,
    27, Aga Abbas Ali Road,
    Bengaluru – 560 042,
    India
    (E-mail: nawazheera@gmail.com)
    (Mobile: +91-8722055666)

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  41. da Luoghi scarsamente popolati (inedita)

    cambio di clima

    e la politica dei segni, vista da quaggiù
    dai canali di scolo dalle rogge
    d’un calore eccessivo di settembre spiraleggiante ottobre
    lontananza discreta e riservata delle giornate brevi ed anestetiche
    la riforma delle stagioni delle foglie che non hanno ragione del loro pessimismo
    si torna sui propri passi per spirito di partito preso
    con la prudenza d’una svogliata educazione
    tanto a primavera, di nuovo, prevedibilmente nuovi innesti.
    Poi se arriva il freddo e lo sai le notizie
    sono sempre false e tendenziose come periodi ipotetici
    e la politica che senso
    a cosa ammicca di quale volta buona
    di quale cambiamento si può fare
    stando così le cose e poi tutti al lavoro, certo
    allora le foglie pongono una questione di fiducia
    gli uccelli hanno smesso di cinguettare
    come una usurpazione d’un diritto
    si avvicina l’inverno migratorio
    e non pare davvero una metafora
    di dove vanno i figli
    semmai un assottigliarsi della luce
    come avviene in molti tunnel in molte
    vie di fuga


    ott. ’15

    Giacomo Cerrai

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  42. magnifica la tempesta digitale

    magnifica la tempesta digitale
    chat di emozioni e desideri ad alta definizione
    cavie di una nuova rivoluzione
    a ruota libera immobili
    sconfinano nell’impossibile
    martiri della grande rivoluzione tecnologica
    oggi mi servi
    inseguono angeli da rovina
    menti che inventano mondi innaturali
    confortevoli manipolano
    esseri umani ansiosi
    cuori crepati in frantumi
    si incontrano nelle terre virtuali
    in viaggio per crederci
    e scomparire
    nel nulla del pensiero.

    NON HO VISSUTO

    una intrusa mail incendia
    il plasma del computer
    si propaga nell’aria umida e densa
    dai muri ammuffiti
    di un appartamento zeppo
    di potenti processori
    dotati di falsi sentimenti credibili.

    Oronzo Liuzzi

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  43. INADVERTIDO FESTÍN


    Sucedía invariablemente,
    la mano suspendida
    esperaba eternamente al resto del cuerpo,
    encerrándose dentro de una añoranza plástica,
    de un cosquilleo profundo. Letal.

    Las intangibles caricias florecen,
    esparcen su esencia,
    cada noche.

    La sangre sabe dónde yace la ceniza.
    En la casa habitada hay festín,
    las cochinillas se regodean.

    En la periferia hay amor,
    hay confort,
    hay completos desconocidos,
    y una angustia de la presencia que se tiene de más,
    y una aversión de lo que se tiene de menos.

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  44. ... of his bones are coral made (Ariel’s song)
    ossa di corallo
    metamorfosi marina
    ricca
    e strana --
    rami rossi
    ventaglie d’oro --
    pensiero di voi
    i nomi mangiati
    da pesci
    che mangiamo:
    voi
    la nostra carne
    comunione.


    Brenda Porster

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  45. PADRE NOSTRO

    Oltre Munch quale urlo vuoi udire
    mio Dio che rompa il tuo silenzio?
    Quale notte più profonda attendi
    che illumini la tua morte?
    Come puoi ancora volere
    volontà che non sia quella tua?
    È forse libertà abusare della tua pazienza?
    Odio questo libero arbitrio
    questa licenza di morte

    Padre nostro che non stai sulla terra
    schioda l'uomo dalla sua croce
    salvalo dalla sua volontà
    senza rinunciare alla tua
    affinché col tuo regno sia fatta
    volontà piena
    come in cielo così in terra

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  46. Lezione di astronomia

    Guardo il cielo:
    come può
    essere così giusto?

    Non ha limiti
    non ha confini
    non ha razze

    è incroci di nubi
    passaggi di venti
    bagliori e colori

    la luce sposa l'ombra
    nel blu
    in vapori di silenzio

    tutto è aperto
    tutto è stabile
    tutto è mutamento

    ascolto il cielo
    vedo la pace e spero
    così nel mondo.

    Piera Giordano

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  47. Paz

    Retozo
    en él
    silencio
    como hoja
    otoñal sobre la tierra
    abandonado todo
    ( que todo es prestado )
    ( que todo es prestado )
    yazgo
    des nudo.

    Entonces
    la Vida
    anida
    en mi
    como en todas las cosas.

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  48. Sindhu Selvi

    Peace

    When your mind tries to understand
    When you stay silent when others argue
    When you have no time for hatred
    When your inner soul is filled with calm
    When the power of love overcomes anger
    When we stop thinking about peace
    And start feeling it by heart
    Then there would not be a word called WAR in any part of the world
    Just PEACE remains everywhere.

    Feel it’s beauty
    Accept it's reality
    Smell the wonderful essence of life
    Learn to walk in its way
    Definitely you will achieve your destiny.
    Peace pave path
    To your life and to your soul.

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  49. ANNA MARIA BONFIGLIOJune 30, 2017 at 6:44 AM

    MISERERE


    Anche la notte ha paura
    -quando apre gli occhi
    sul sangue dei fiori
    a pelo d’acqua
    Ogigia – remoto ombelico
    del mare
    ha sprangato le porte
    filari di spine a cerchiare
    le mura
    Ecce homines – buoni
    e cattivi alle sbarre
    a implorare clemenza.

    Anna Maria Bonfiglio
    (poesia inedita)

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  50. AUTORITRATTO

    Antisettico momento
    mi respingi.
    Iride opaco rifletti
    l'angoscia repressa.
    Ritratto d'anima.
    Basta! Voglio urlare.
    Assurda pretesa
    di un gesto
    per piangere.

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    Replies
    1. Fermati mano assassina,
      rifiuta il potere
      che semina morte,
      là, dove occhi innocenti
      cercano il sole
      per iniziare a vivere.
      Apriti, cuore inchiodato,
      lascia filtrare luce
      da fessure d'amore,
      dona futuro
      a braccia indifese,
      non tombe, nè croci.
      Trema il mio corpo,
      rigetta sangue innocente,
      mentre accoglie con gioia
      trasfusioni di PACE e di VITA!

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  51. IMM/MIGRAZIONE

    Come uccelli migrano
    per cercare il sole,
    per trovare cibo.

    OCCHI INNOCENTI
    ATTENDONO RISPOSTA.

    L'indifferenza infierisce
    su corpi impegnati
    ad aggrapparsi alla vita.

    Possa sgorgare
    acqua di sorgente
    dalle ferite impresse
    da una società egoista ed opulenta.

    Im/migriamoci tutti
    in un mondo di
    UGUAGLIANZA E GIUSTIZIA.



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  52. OUR ALL

    We've been given a city,
    with strong morning coffee and sunlight,
    The old coin smell of the A-Train.
    In the morning crossing-guards stand,
    light-struck and serene,
    over the day's arrival of students.
    Mornings we work, as others
    raise their nets, shoulder their baskets,
    as we all praise the debris of passing moments.
    We've been given a city.
    The city came between us and the all.
    We have been given a house
    on the high green hill.
    The curtains inhale and exhale
    the breadth and the width
    all the length of our lives,
    and nothing can come between
    us and the All.
    We are graced by salt and light,
    and all the sweetness comes together.
    We have been given nothing but
    bread and water which
    comes between us and
    the moveable feast.
    We have been given nothing but
    an hour of air to breath,
    and that air is dazzled
    with the All.

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  53. SOBRE A AMIZADE
    Houve tempo em que as coisas
    buscavam aderir ao corpo.
    Um de meus amigos sabia
    deixar-se levar pelos dias.
    Eu não, as coisas me atacavam
    com mil muriçocas na cara!...
    Pelos olhos se intrometiam
    persistentes visagens frias.
    O velho tio a ressonar
    abre a boca, faz-se de ar.
    A amizade ficou no tanque
    a boiar, sem que alguém a toque.
    Uma meia suja, lavada
    está, no torvelinho da alma.
    Olhe o velho, no trem, a boca
    mole atrai o olhar da moça.
    O olhar pousa sobre as coisas
    e adere às que, sem querer, toca.
    Depois aprende-se que aderir
    é mais um fechar que um abrir.
    Fechar a torneira do olhar
    faz-nos ver do tempo a folha.
    É quando o tempo, seletivo,
    faz-nos ver o que via o amigo.
    De todas as lembranças ruins
    ficou apenas o maruim.
    E o que antes era dor
    agora finge doer de amor...
    Algumas coisas já não querem
    aderir, sem cola que as pregue.
    O engenheiro sente o pânico
    pela fuga de uma equação.
    O prédio desabou, os mortos
    o acusam, o mundo é torto.
    Em sonho, as coisas não voltam
    e tentas pescar a memória.
    Por falta de uso, dois mais dois
    demora a ser o que já foi.
    Quanto era mesmo? Não sei.
    Falas pela boca do velho...
    Sentes o gosto da liberdade?
    As coisas não te querem mais...
    Os opostos aderem, coxas
    suam, ouvem-se vozes roxas.
    Teatro na cama, fazer a voz
    fluir, calma, soltar os nós.
    Nossas vozes, teias sonoras,
    tudo envolvem, até as horas.
    Estamos cobertos de voz
    dentro de um cobertor de luz.
    Meu corpo adere ao teu
    em bicicleta para dois.
    Sabes aderir com os braços
    e nada rompe o teu abraço.
    Nada, exceto a tosca lâmina
    da palavra “adeus”, que nos ronda.
    Ninguém ousa dizer adeus
    e seccionar o duplo eu.
    É complicada cirurgia
    cortar pela metade o dia.
    Como será viver sem ti?
    Seria como viver sem mim?
    O cimento nos une ao mundo
    e já nem rimos senão juntos.
    Esperamos que a noite venha
    liberar-nos de toda resenha.
    Todas as argamassas, menos
    uma, amizade, vão cedendo.
    E o dia rompe sem que nós
    tenhamos rompido tal nó.

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  54. The Poem of J


    I asked A about it. He laughed and said I already knew about it, still, he didn’t seem to realize my problems were with me.
    I asked B about it and she was very upset and said my life was hard and her life was hard.
    I asked C about it and her answer was very interesting and well put but I couldn’t apply it to me.
    So I asked D about it and he spent many years giving me the answer, little by little, but at this rate I’ll never get it.
    I asked E about it and he made some disparaging remark and wanted to talk about money.
    I asked F about it. She didn’t want to talk about it.
    I asked G about it and we had a very intense conversation, after which he disappeared and never came back.
    I asked H about it but there was a question of confidence that got in the way, over and over again.

    So I called I about it since of all the people I know he seems to know most about it, but by the time I reached him I was tired and couldn’t sustain the conversation.

    Finally I talked to J about it, who is dying this year, and who didn’t feel very much in his life and invented a persona more consciously than most of us do and he said he hoped he’d find feeling and learn to love and learn to die.

    I wished him luck and he was astonished that I was crying, since we had been out of contact for years but now all that had angered me seemed petty.

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  55. Gilberto Isella
    La ripulsa


    Nella teca
    la molla di una mano
    spinge cialde immaginali, in vischiosi
    diverticoli rallenta: magma
    che al vetro accorpa
    un turbine grasso di cucina.
    Quante vene masticate, quante libbre
    di tuono evaso dall’epa celeste
    a contendersi l’ossigeno del tempo!

    Sarà questo il sito versicolore
    delle mutazioni, decantato
    dai saggi d’Oriente, o un risibile
    cartoccio di ripulse?

    Antifone annose, lanugini
    dal malanimo indurite,
    fumo occhiardo di colpe remote
    arroccato su lettiere a traino agonico

    Sarà questo il sito versicolore
    delle mutazioni, o già strisciano sui volti
    alla ventura
    ovatte opache e smisurate, fedeli inventari
    della dimenticanza, ingloriosi
    sismi d’ossimori?


    (da Quartiere pinto, raccolta inedita)

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  56. Annamaria FerramoscaJuly 1, 2017 at 3:14 PM

    Annamaria Ferramosca

    from Ciclica Edizioni La Vita Felice, collana Le Voci Italiane, Milano, 2014

    urti gentili

    mi manca la lingua mi manca
    quella timidezza di vocali aperte
    di zeta dolce nel grazie
    un incurvarsi della voce in gola
    come a piegarla fossero le pietre
    salentine del ricordo o forse
    una malinconia residua della nascita
    ingorgo che resiste
    allo sperpero del vivere

    furore dei cieli di una volta
    grida bianche dei dolmen che insistono
    nel vedere il mattino sorgere
    sulle rovine ogni volta
    qualunque sia l’inclinazione della luce

    mi manca quella strana paura
    prima di ogni viaggio
    come un sottile rifiuto della distanza
    come di albero che impone alle radici
    un limite all’espandersi e si concentra
    sulla cura dei frutti

    pure amo
    tutto questo calpestio di genti nella città
    l’impasto lento di animelingue
    il rompersi dei meridiani l’inarcarsi dei ponti per
    urti gentili
    questo annodarci annodando
    i cesti della fiducia con antiche dita




    gentle collisions

    I miss my tongue I miss
    the shyness of open vowels
    the soft zed in grazie
    the curve of my voice in my throat
    as if bent by the Salentine
    stones of memory or even
    some residual sadness from birth
    an impediment that resists
    the squandering in life

    the raging skies of long ago
    white cries of dolmens that insist
    on seeing the dawn rise
    over ruins every time
    regardless of the angle of the light

    I miss that strange fear
    before every journey
    like a subtle refusal of distance
    or a tree imposing a limit to the spread
    of its branches so it can focus
    on tending its fruit

    I even love
    the stomp of all these people in the city
    their soul-tongues mixing slowly
    meridians breaking bridges arching over
    gentle collisions
    this inter-weaving as we weave
    baskets of trust with ancient fingers

    Translation © Anamaría Crowe Serrano 2014
    (© with translator's permission )

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  57. genocidi dimenticati





    è un richiamo
    dal bosco delle fronde
    cantavi piano
    quasi non sentivo
    cantavi piano
    non capivo
    ho consunto una canzone al vento
    non sapevo
    era di rime di brina
    la nostra speranza ora è solo l’eco
    è in grado di prendersi cura di me della mia capanna
    come prima sperimentazione
    chiede una canzone
    come seconda qualcosa che ci tenga
    più lontano oltre la linea del cuore
    del palmo della mano
    non so se questo sia un segreto
    o solo un giardino al di là di un
    muro o di un cancello
    è incerto
    non è vero che si lamentavano senza senso
    dicevano qualcosa ma si è disperso
    forse solo l’eco può aiutare
    a riscrivere pagine di storia
    è un tappeto di foglie
    prova a muovere qualche passo
    quando finisce la memoria





    Linda Mavian

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    1. IL DONO DEL FUOCO


      Per il dono del fuoco
      ogni movenza non fu più
      l’appena prima:

      un’intuizione informe
      antecedente la storia
      non idiomatica ancora

      sottrasse la notte al terrore
      per il nero, per il giro celeste
      lo spartito delle stelle

      la gravità delle sfere
      dell’altro ardente allo zenit
      quando sulla terra

      si stende fresca l’ombra
      o lunga nella stagione
      incline a smorirsi

      rivelò l’infero celato
      la complicanza della colpa
      il fregio quando la grazia tocca.


      Adriana Gloria Marigo
      da Senza il mio nome Campanotto Editore, 2015

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  58. No futuro vão se perguntar quem foram esses seres ?
    Que trocaram amor verdadeiro por momentâneos prazeres
    Que se desgastaram inteiro só por dinheiro

    Trocaram sentimentos de amor e amizade pelo ódio e pela maldade
    Cada vez foi ficando mais comum a tal da falsidade
    Cada vez mais difícil de se saber o que era mentira e o que era verdade

    Não se sabia mas qual eram os reais valores
    Um mundo sem felicidade, e sem flores
    Tinham a ilusão de que quanto mais dinheiro mais paz
    Amor ao próximo não se tinha mais

    Não sou vidente nem quero que isso aconteça
    Só espero que com esses versos o ser humano mude sua cabeça
    Fazendo esses versos eu entrei em um dilema
    Você quem traz problema ao mundo ou o mundo é quem te traz problema?

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  59. Maria Pia QuintavallaJuly 3, 2017 at 5:57 AM

    Sono una nave libica

    1)

    Sono un nave libica migrante,
    in rotta

    la sembro e vedo mentre mi parlano
    qui dentro il tram serale
    code di cavallo rinverdite da verdi mèches
    mi scuotono
    davanti ai gesti che parlano nel tram
    e i tram corrono circolarmente
    su circonvallazioni eterne
    di periferia.

    Ero una vita in tram, ero una donna in treno
    e troppe vite insanamente,
    chi spezzate, chi incapaci a parlarsi
    sorde e mute.

    *

    Ero una nave libica sferzata ogni giorno
    e ogni notte a viaggiare rifuggendo,
    e poi morire.

    fiato di molle rabbia,
    ragionate storture sul frutto
    del controllo sulle vite trattate,
    e poi vendute
    come la mia, migrante.

    *

    me le vedo dalla cucina, v e d o

    già rinchiudersi la voce,
    sulle mie mani piene, piccole
    foci di scrittura protese
    su le Silenziose

    per una vita di periferico abbandono,
    io tradotta,
    di melma e nulla
    sgranata forma del mio nulla
    e della cenere -
    di ognuna, che non guarisce

    le stelline della sconfitta e della fame
    chiuse in bocca
    come negli scafisti la moneta
    derubata la notte prima ai morituri
    si chiude in rapido segreto.

    *

    Sembro una nave già affondata

    da anni senza più pensiero senza
    sue parole, senza il suo cuore fluido
    e accativato, nero

    incattivito senza un piano bar una musica
    un silenzio dove
    nelle formate storie riprodurre
    un senso suono della vita.

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  60. Carne in prestito
    Tiziana Pagan (2017, inedita)

    Credevo mio il pettine e la foto,
    la lettera dalla Francia con un bacio stampato.
    I sassi in giardino, portati nel cofano dalla gita al fiume,
    miei, proprio, indissolubilmente.
    Il diplomino, un bulbo secco, la penna di gabbiano
    sul davanzale, il dorso del cavallo di legno,
    lucido a forza di passarci un panno,
    la scrivania che papà ha costruito
    mi appartengono, dicevo. E pure la corteccia,
    la tenda che sfilaccia, l'anfora sbeccata,
    stoffe tagliate e cartamodelli, l'interminato
    che persiste nel presente, finché io rimango.
    Trascinare come un paguro detriti utili
    a coprire la pelle mi rende grande e maestosa.

    Ma le formiche mi hanno sussurrato, “la tua casa è per poco,
    finché non abbiamo finito”. E quanti sforzi
    dei pesciolini d'argento, col rosicchiare libri,
    per mostrare che tutte le parole vanno via a pezzetti.
    Forando lana lavorata abilmente, pontificavano
    sui cicli del mondo persino le tarme noiose. Nel campo
    mi circondava la gramigna, alta ed esile, con desiderio,
    guardava la terra che spogliavo nuda, per coprirla subito.

    Ho considerato tutti. Ma la carne amata ha smesso di guarire,
    scolava acqua, gonfia, lucida, il coro di batteri salmodiava
    gioia di vita. Allora ho compreso, distrutta.
    Dobbiamo restituire, ad un incerto punto,
    quello che altri ci hanno prestato, integralmente,
    non possiamo trattenere neppure oggetti essenziali,
    né la nostra carne, portata così lungamente indosso.

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  61. Poem to be dispersed among soldiers in war zones

    We have never met
    but every day brings you closer,
    so let me introduce myself:

    I am your wife’s sister,
    I am your sister’s sister,
    I am your mother’s sister.

    If soon you feel compelled
    to use violence
    because the others do, too,

    then hit me, hit me hard if you must,
    hit your wife’s sister,
    your sister’s sister, your mother’s sister,

    yell at me as if I were a dog
    in the full knowledge of who I am,
    the sister of your wife, sister and mother,

    but do not scar me for life
    for you will scar your wife’s sister,
    your sister’s sister, your mother’s sister.

    Is this how your wife sees you?
    Is this how your sister sees you?
    Is this how your mother sees you?

    You are a man, not a beast,
    a husband, a brother and no beast,
    a son and a soldier: no beast.

    When you come home you will see me
    in your wife’s eyes, in your sister’s eyes,
    in your mother’s eyes, but you will not cry.

    You will not cry until you look
    into the eyes of your daughter.

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  62. Ulmo, vorrei

    Ulmo, vorrei che tu Li Bo Meng ed io
    fossimo presi per somma magia
    e messi in fruttorto, che in atarassia
    si seminasse al voler vostro e mio;

    così che grandine od altro turbinio
    non ci fosse mai diavoleria,
    anzi, vivendo per sempre in armonia,
    di stare insieme crescesse voglia o brio.

    E Xina Tabara e con Sutatta poi
    con Djara che può fare la modella
    con noi ponesse quel mago sagace:

    e nel fruttorto ragionar di pace,
    e ciascuna di lor fosse sorella,
    sì come fratelli saremmo noi.

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  63. Very human art

    We have to love someone
    who has seen us fall
    ruinously from the stairs
    without laughing, without trembling,
    without hate, without contempt,
    without commiseration.
    Knowing that it is normal;
    it is very human
    to touch the marble and the ground
    with our back. The spine, elastic,
    connects matter and idea, all and
    nothing, empty and full.
    It does not matter how, afterwards,
    the body, the bones, remain.
    It only matters the power
    to reconcile body and thought,
    glass and reflection,
    the case, the fate,
    the thirst of the flight
    and the fear.



    Ivano Mugnaini

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  64. Carmine Lubrano : nova Letania per Emilio Villa

    e via verso il vesuvio
    tra briciole esplose e vomiti in vitrum
    vomiti silenti le cicatrici in tinte declinate
    ai labirinti teneri patetico preludio ignoto cielo rapito
    nella notte delle stelle e dei canti la letania di Emilio
    per Carmelo
    Bene
    e la tempesta napolitana*
    in questo incontinente comizio rimario rusario
    e strilli stizzosi e mozzichi e sanguinolenti sangennari
    quatte mappine ammuntunate e strummole e piquogne
    sciusce 'e viento lu mare saglire n cielo e cielo lampiava

    e via verso il vesuvio
    la pigrizia de li astri e la vertigine
    col rischio della voce nella cruna d'una fottuta fogna pietosa
    e Trinculo fete de pisciazza
    e puozze jettare lu sango
    crocifissioni e danze e rutti erotizzati ( allusivi )

    e via verso il vesuvio ( sarà una bella giornata )
    di sesso stralunato tempesta e musica sonetti
    e santo santo proponimento lo cancelliero e lo papa
    scandali di democrazia testimoni incarnati
    in bordella mignotte scapigliate scalze stracciate

    e ci si sguazza dentro a l'inganno ( mirabile )
    ch'apre il core a l'ortica ch'intrica
    e chini i garofani ai gambi spinosi alli equi-voci
    detriti di prosodia e che sorride
    istantia nigra nido sexus sibylla deliriis

    e via verso il vesuvio
    appizzate li rrecchie
    l'inchiostro invade s'inventa feria coi vermi
    tra atipici sismi e ninfe tra gigli
    nude nebbie e nodi e tenie tuoni
    incastri endotermici trastulli gingilli
    barocchi liofanti
    che lengua Amor osa Amor che plora e si lamenta
    amor ch'al corpo sano ha procurato scabbia
    co' l'Immanuel Romano il bisbidis e l'asmo il rasmo
    la superchia parola morduta eiaculanno lampe fummo e fuoco e fuoco e fiamme
    all'arruzzata carcassa da surece e zoccole tutta rusecata
    e via verso il vesuvio
    e puozza jettare lu sango
    buffone cu li campanielle a lu cappuccio

    * da "La tempesta" di William Shakespeare
    nella traduzione in lingua napoletana
    di Eduardo De Filippo

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  65. Tavistock Square

    un volo di piccioni si leva
    dal braccio della statua di Ghandi.
    Qualcuno legge, o medita in silenzio
    tra il verde e il bianco dei gerani.

    Di lato, un masso, posto da obiettori
    a rammentare il peso delle scelte.
    Fiori a mazzi appassiti di fresco
    sulla targa per i morti di Hiroshima.

    Tutto assorto in figure di kendo
    un ragazzo brandisce il suo bambù
    ripassando fendenti al ralenti...
    può ridursi a una danza la guerra?

    Londra, agosto 1997

    Fiorenza Mormile, Le calibrate spine, Fermenti, Roma, 1999

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  66. Ora che ho radici negli occhi
    Voglio raccogliere ogni respiro
    Assaggiare i gesti di chi mi sta accanto
    Immaginare gli spostamenti
    Verso di noi i modi
    Di dire o di mangiare
    Tutta la fatica e il sudore.

    Quando anche io
    Sono un po' di voi.

    (Rossella Renzi, inedito luglio 2017)

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  67. Google+
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    [Medellín Highs Medellín Blues] New comment on Maria Damon.
    P
    Paul Devlin
    to me
    2 days agoDetails
    Paul Devlin has left a new comment on the post "Maria Damon":

    Victim

    If you are a victim of a crime,
    You know all to well it takes time,
    To get your smiley and bubbly self back,
    Something you thought you would never lack.

    Its not enough that they are sent to jail,
    You still have your head between your tail,
    Scared and feeling all alone,
    Avoiding all calls and texts on your phone.

    The thing that person did to you never leaves your mind,
    You feel wrong thinking everyone could be nice and kind,
    But its people close to you that hurt you the most,
    And if they get away with it all you hear is them gloat and boast.

    So keep in mind all the victims out there,
    Just smile and show them that you care,
    Never be afraid to ask for help,
    You never know when your the one making that yelp.

    By Paul Devlin aged 24 ©

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  68. Cancer

    Cancer is an awful disease,
    A cure for it would be wonderful please,
    Cancer takes so many lives,
    Mothers father's children and wives,
    Loosing someone to it can be so upsetting,
    Most of the time the cancer is life threatening,
    But someday someone will find a cure for it which will be great,
    But for some families it's already too late.

    The patients with cancer suffer so much,
    On different types of meds as such,
    Hoping the cancer will just go away,
    But that's hardly ever the way,
    Cancer patients can deteriorate very quick,
    And become very ill or sick,
    And there's not much we can do about it,
    Just pray to god to answer the prayers on the candles we lit.

    Some people are able to win the fight,
    But they struggle for loads of days and nights,
    The ones that beat it make me so so happy,
    The ones that don't make me feel crappy,
    If there was only something we could do,
    But honestly I havnt got the slightest clue.

    I acknowledge all the work done by medical staff,
    They take it seriously because they know it's no laugh,
    They do the best they can with what they got,
    But in fairness sometimes cancer is difficult to spot,
    When it's found its acted upon very fast,
    Because they don't know how long the person will last,
    Treat it quick and it might not spread,
    But hearing the results is something we dread.

    Do you know the signs of cancer,
    Take a trip to your local Gp for that answer,
    A check up every now and then wouldn't go a miss,
    It's better to act fast with this,
    So please just know the symptoms so your aware,
    I'm telling you this because I care,
    It's better to be safe then having to worry,
    A check up is as simple as buying a mc flurry.

    If your reading this please say a prayer for those who have past,
    And those who are fighting it so they can beat it at last,
    I hope this poem makes you stop and think,
    Because cancer does not just stop or shrink,
    Again I will say that cancer is one horrible disease,
    So a cure for it would be most grateful please.

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  69. Ugo Berardi

    STATO DI GRAZIA

    (brani tratti a frammenti
    dal poema,in forma Laboratorio Poetico
    d'Ipotesi)

    E intanto il cuore
    batte, (Dispositio)
    che sia ripresa
    o ricaduta.

    (......)
    E dire che pensavo
    andasse bene,quando
    improvviso il male cadde.
    (........)
    E cosi,il discorso
    riprendendo,mi accorsi,
    grazie al mio male,
    disagio da attivita'
    lo chiamerei,che forse
    sarebbe apparso
    un cambiamento.
    (......)
    Capisco ora Virgilio:
    non era pazzo! (climax)
    Ed io che liceale
    trascuravo,
    pur conoscendolo,
    il suo tormento
    per le crisi,
    allora come oggi,
    di un Impero.
    (.......)
    Adesso ancor di piu',
    cspisco perche' esistono
    i poeti.
    Perche' ce n'e' bisogno,
    perche' e' il narrare a noi
    cio' che e' Assoluto.
    (......)
    Oh Dio,se questo (eloi',eloi,
    eloi',
    rengye
    kyo) e' il mio destino,
    lavorar per scrivere,
    poi meditare,
    Oh Dio,che sei l'Atman
    d'Oriente,Armonia
    mi fai avvertire.
    Se questo e' il mio
    destino,
    levami tutto il resto.
    (......)
    Inno alla Gioia, (Elocutio,
    Dispositio)
    Filosofia Perenne
    del mio essere.
    Non distogliermi
    dall'Assoluto,
    dal compito,
    umano parto,
    del creare.

    Tuscia Viterbese,maggio/
    luglio 2017

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  70. Hay que invocar el acontecer
    para que el acontecer sea humano
    Hay que levantar las manos de hacer
    no las de los milagros
    y que los dioses levanten las de los milagros, a la vez.

    Blessed you all here
    and the sacred force in your voices.

    He sentido un poco de fe
    en el centro del ombligo
    en el medio mismo evaporado del corazón.


    © Mar i bel Valdivia Palma
    Santander, España
    marzo 2016

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  71. Da Città e luoghi d'Europa.

    A C.

    Città a luoghi d'Europa.

    A C.

    Il lume dall’altro rischiara
    un volto reclino sul libro.
    Due mani sorreggono
    il buio attorno: Berlino anni ’30.
    Fuori si sente musica rock
    davanti alla casa un fastfood accoglie
    stanchi avventori prima
    che la movida notturna li inghiotta.
    Il tempo dunque è ora e qui…
    Ma quella donna che legge? Le mani
    che abbracciano il libro
    e accarezzano le pagine
    dove è incisa la storia dell’Europa
    che amiamo? Lei scosta la tenda
    il vetro riflette un volto elegante
    severo, un istante di eterno prima
    dell’uragano, imminente.

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  72. SUONI

    Non conosco
    il tuo passo, le tue pause
    i sonni.
    I tumulti d'avvio
    di nuovi battiti,
    né il tuo sale nella goccia
    della lacrima.
    Tuttavia so le mani
    e i loro suoni.

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  73. GIORGIO MOIO

    un indefinibile vuoto
    salta dal mare
    come un saltimbanco
    avvolge un popolo
    in dismissione
    già avaro d’idee
    sull’orlo di un precipizio
    dove non c’è pace
    non c’è riscossa
    se l’irregolare è temuto
    e il resistere
    un’ombra nel buio
    se l’amicizia è un difetto
    l’aria si fa salina
    ed è l’unica certezza
    in un vortico di solitudine

    maggio 2016

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  74. Arte umanissima

    Bisogna amare qualcuno
    che ti abbia visto cadere
    rovinosamente dalle scale
    senza ridere, senza tremare,
    senza odio, senza disprezzo,
    senza commiserazione.
    Sapendo che è normale;
    è arte umanissima
    toccare il marmo e il granito
    con la schiena. La spina, elastica,
    calca lo iato tra la materia
    e il niente, il vuoto e il pieno.
    Non conta come, dopo,
    è messo il corpo, le ossa,
    la postura.
    Conta la forza di conciliare
    la carne e il pensiero,
    l'io e l'altro,
    il vetro e il riflesso,
    il caso, il destino,
    il volo e la paura.


    Ivano Mugnaini

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  75. ARTE HUMANÍSIMO

    Es preciso amar a alguien
    que te haya visto caer
    ruinosamente por las escaleras
    sin reírse, sin temblar,
    sin odio, sin desprecio,
    sin conmiseración.
    Sabiendo que es normal;
    es arte humanísimo
    tocar el mármol y el granito
    con la espalda. La espina, elástica,
    calca el hiato entre la materia
    y la nada, lo vacío y lo lleno.
    No cuenta cómo, después,
    está dispuesto el cuerpo, los huesos,
    la postura.
    Cuenta la fuerza de conciliar
    la carne y el pensamiento,
    el yo y el otro,
    el vidrio y el reflejo,
    el azar, el destino,
    el vuelo y el miedo.

    IVANO MUGNAINI
    (Traducción de Carlos Vitale)

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  76. Tiziana Colusso

    La creatura che non s’arrende

    La guerra non viene più dichiarata,
    ma proseguita. L’inaudito
    è divenuto quotidiano. L’eroe
    resta lontano dai combattimenti. Il debole
    è trasferito nelle zone del fuoco.
    La divisa di oggi è la pazienza,
    medaglia la misera stella
    della speranza, appuntata sul cuore.
    (Ingeborg Bachmann)

    La creatura che non s’arrende non scava
    trincee ma nicchie, nicchiando alle ingiunzioni
    di caporal maggiori, caporioni e cape-scariche,
    al nietzschianesimo rutilante di ribelli
    attempati, attendati tenaci nei quartieri chic.

    La creatura che non s’arrende rende l’idea
    della resistenza con il suo solo esser-qui quieto,
    caparbio, inamovibile come Buddha in pietra,
    che anche sbriciolato dal fanatismo fa brillare
    il suo beffardo sorriso-enigma nel deserto afghano.

    La creatura che non s’arrende è bella di bende,
    come un gatto orbo per amore, un pappagallo autistico,
    un pesce spaiato in un acquario, un cane in Chiesa.

    La creatura che non s’arrende gioca il gioco della lingua,
    ma ha una parola sola, in equilibrio sta in vagoni affollati,
    a volte piombati, ma non dispera. E dura.


    NOTE. la citazione iniziale di I.Bachmann si può anche togliere se necessario.Te la rimando anche come allegato, qui con il copia incolla si spagina tutto. BESOS

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  77. Lezione di astronomia


    Guardo il cielo:
    come può
    essere così giusto?

    Non ha limiti
    non ha confini
    non ha razze

    è incroci di nubi
    passaggi di venti
    bagliori e colori

    la luce sposa l'ombra
    nel blu
    in vapori di silenzio

    tutto è aperto
    tutto è stabile
    tutto è mutamento

    ascolto il cielo
    vedo la pace e spero
    così nel mondo.

    Piera Giordano

    https://www.facebook.com/piera.giordano.58/posts/879075728906982

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  78. Inno alla Pace

    Ala Colomba
    ovatta
    delle Ugual Torri
    il crollo
    e ad una ad una
    strappa
    le nere penne
    al Corvo,
    si che alla Pace
    guerra
    non osi imbrigliare
    l’atto
    e le tue piume
    spargi
    a rallentarne
    il passo.

    Ala Colomba
    protendi
    la mano bianca
    offesa,
    si che conflitto
    s’evolva
    in Pace, del mondo
    a difesa!

    Da Tela di Eràto (Sovera, Roma, 2002) e pubblicata nell'Antologia Poetic@ 2002 - Carello Editore.

    http://www.valeriaserofilli.it/poesie_edite_e_inedite.html

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  79. "Il lustrascarpe"

    Prestami i tuoi occhi
    e dimmi del lustrascarpe:
    una manciata d’anni
    secchiello nella destra
    una spazzola nell’altra
    con vernice nero fame.

    Scarpe senza lacci / scarpe
    allacci e lustri agli altri
    anche se piove
    ma altro che carità:
    tu a farcela
    nella tua dignitosa
    povertà d’ebano.

    Valeria Serofilli



    Da Nel senso del verso, pubblicata ne Il Laboratorio del Segnalibro, Rivista di cultura e informazione editoriale, n. 15 - Dicembre 2003 - e nell'Antologia poetica Oltre il Confine, e-book di Nuoviautori.org.
    http://www.valeriaserofilli.it/ivano-mugnaini-3.html
    http://www.valeriaserofilli.it/poesie_edite_e_inedite.html

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  80. è settembre – dice Melita
    su queste terre è transitato l’odio
    le guerre ogni forma possibile di lacerazione


    difficile è dimenticare
    la nostra impermanenza
    l’accanito distacco della vita
    il tronfio orgoglio delle origini inventate
    fasullo come pece
    quella del cuore buio senza più parole
    a tacere di noi come vergogna
    di un’infima esistenza dissipata

    nella disgregazione massima
    - la perdita l’annientamento di lingue relazioni vicinanze -


    è un rimando di sguardi che guardano altrove
    le donne l’angelo – con apprensione -
    l’angelo dritto davanti a sé sicuro
    guarda la gente
    che qui viene a guardare
    tra le crepe dei muri
    queste meraviglie di colori


    io sento fraterno lo sguardo delle donne
    quel timore antico non semplice paura dell’ignoto
    quella ritrosia che non è segno di debolezza
    o incapacità d’azione audace


    è monito del pianto dello strazio
    di tutte conseguenze già subite
    parole solo in soffio appena dette di madri di sorelle di amanti
    come di chi conosce il peso
    delle storie senpre uguali

    (Gabriella Musetti - da Beli Andjeo, 2009)

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  81. it is September – says Melita
    hatred has passed over these lands
    wars, every possible form of laceration

    it is difficult to forget
    our impermanence
    the dogged detachment of life
    the pompous pride in invented origins
    false as pitch
    black of heart and wordless
    to keep our silence like shame
    for a worthless existence dissipated

    in maximum disintegration
    -- the loss the annihilation
    of languages relations neighbours –

    it is an exchange of looks that look elsewhere
    the women the angel – with apprehension –
    the angel straight ahead confident
    looks at the people
    who come here to look
    between the cracks in the walls
    these marvels of colour

    I feel the women’s look as my familiar
    that ancient dread not simple fear of the unknown
    that wariness not a sign of weakness
    or incapacity to act boldly

    it is a warning of lament for the torment
    of all the consequences suffered
    barely breathed words hardly spoken of mothers sisters lovers
    belonging to those who know the burden
    of history always the same

    ( Gabriella Musetti, Beli Andjeo - traduzione di Brenda Porster)

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  82. https://www.youtube.com/watch?v=216yLRGcAbQ

    Puntella la fragilità delle cose con le parole come gli altri puntellano la nostra solitudine - se non la rendono più aspra. S’arrende alle mattine assolate in cucina quando sente che non è facile accompagnare i bambini a scuola, fare la spesa, riuscire a stare sola con se stessa e scrivere quando il male sembra più forte e il nostro bene fragile, a buon mercato, un bene banale, che non costa nulla. Allora la poesia è l’aprirsi dello spazio delle probabilità, così come si deve aprire l’anima all’attenzione, bandire l’indifferenza. Guardare con pietà i vecchi sulle sedie a rotelle, al parco, un po’ discosti, mentre le badanti chiacchierano stipate su una panchina, aprono pacchetti di pasticcini, stappano bottiglie di aranciata. Domandarsi perché non c’è nessun altro ad occuparsi di quei vecchi, oggi che è domenica, e che pensano e provano, che sperano quelle donne bionde e sorridenti. Allora il tempo scavato tra un dovere e l’altro, tra i letti da rifare e il pranzo da preparare, il tempo sottratto all’oblio dalla scrittura si fa prezioso perché una è la cosa che al tempo ci sottrae ed è l’amore.

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  83. A glimpse of mind


    I lie still on my bed.
    Venting without closure.
    My heart pounding for escape as I lay on the cloud of my thoughts.
    A door opens with light for which I see a man standing.
    Requesting to follow him.
    As I step out of my dorm I see vacant swings moving unconsciously; like my thoughts

    I follow his footsteps hesitantly
    Oh the screams: the hallow faces
    Cover the horizon.
    I no longer vision light

    The man disappears into the wind.


    I am alone
    With a deep breath I try finding that door
    A hand felt on my shoulder, a cool breeze

    Behold he says, stop for you are a traveler
    Lost within your thoughts
    Trapped in your own misery
    Finding for an escape, through self-harm
    That path that you desire to choose
    Is not your destiny
    Find your destiny!He proclaims
    Break all the glasses, create your own path
    Bathe yourself with hope

    And one day all the doors will open for you
    For he who does good, and has faith never returns empty handed








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  84. PER UNA CULTURA DELLA PACE

    In questa caldana d'enfasi esantematica
    che tifa per la pace senza meritarla
    la pace tiene duro e latita, come è giusto che sia.
    E' più che mai uno zombi
    scettico per tutto questo fervore di circostanza.
    I tarantolati dalla colomba bianca iconografica
    non sanno neanche dove sta di casa
    quel battito di pietas quotidiana che è la sola premessa
    per andare in piazza con le carte in regola e dare alla pace
    quello che si merita. Sono mille miglia lontani dall'idea
    di un rendez vous che faccia il contropelo alla retorica
    e i conti in tasca a un empito cui manca la benzina
    e il firmamento per andare a segno e legittimare una istanza.
    La pace à gogo non è una cosa seria quando ci si scanna
    fino a cinque minuti prima di farne un avamposto fideista.
    La guerra ha bisogno di interlocutori all'altezza
    non di aria fritta che starnazza e blatera.

    Leopoldo Attolico -

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  85. Accoglienza

    Le mie radici hanno rami
    e foglie di tiglio
    il profumo dei fiori
    vola oltre ogni muro
    quando abbraccio la terra.

    Le mie radici
    portano indosso le ombre
    di un autunno infinito
    ma tengono in seno le tinte
    delle cose lontane

    sono colori di pace

    li troverai nei miei occhi
    quando accolgono i tuoi.

    Marco G. Maggu

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  86. Aver paura di dire
    perché quando dici
    vuoi dire bene
    bene/dire.
    Ogni parola
    che esce dalla bocca
    chiama come una madre
    fa rumore di tavola
    una festa di cose nuove da scartare
    nel caldo feroce delle mani.
    Quando dici il bene fai una luce
    come di grazia
    che attraversa il corpo
    e ringrazia
    quell'onestà dichiarata:
    la sola cosa che ti rimane
    per essere veramente
    uomo.

    Paola Mancinelli.

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  87. LIANA

    Sottomessi assettati
    dettati poi dismessi
    rovistati e spariti
    sciolti nell’eco
    in un tunnel scrostato
    stato di questo stato
    scellerato rovello
    che trascina per mano
    disumano pantano
    senza meta oltre
    al dolore comune
    in sudditanza
    insussistenti.

    Mentre una lunga lingua
    che dondola
    liana del mondo
    che accolga
    chiunque senz’ombra
    è solo
    e lo trasporta
    altrove
    dove persone
    che sognano
    dormono.

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  88. https://www.youtube.com/watch?v=wu8cXmzJAGY Friedenstrasse
    Birgit S H Video poems

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  89. AURA di PACE

    Ai quattro angoli della TERRA
    trafitte PAROLE di PACE e c h i n o
    INcanto felice dei TEMPI
    Sepolte tra le labbra
    dei BAMBINI
    dei SOLDATI
    delle MADRI
    dei POETI
    Afflitti
    non più acclamati
    disarmati dalla NOSTALGIA
    In maree di angeli
    e v a p o r a t i
    RIdonati
    in urne di cenere
    in PACE rimembrati
    in GUERRA dimenticati
    DIStolti
    dai sogni stropicciati
    Al risveglio
    D E S I D E R A T I.

    Maria Grazia Martina

    ReplyDelete
  90. Maria Grazia MartinaJuly 22, 2017 at 12:55 AM

    AURA di PACE
    Ai quattro angoli della TERRA
    trafitte PAROLE di PACE e c h i n o
    INcanto felice dei TEMPI
    Sepolte tra le labbra
    dei BAMBINI
    dei SOLDATI
    delle MADRI
    dei POETI
    Afflitti
    non più acclamati
    disarmati dalla NOSTALGIA
    In maree di angeli
    e v a p o r a t i
    RIdonati
    in urne di cenere
    in PACE rimembrati
    in GUERRA dimenticati
    DIStolti
    dai sogni stropicciati
    Al risveglio
    D E S I D E R A T I.

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  91. ma quali versi se
    gl’identificativi di contratto se
    punto per punto estratti e evidenziati
    contraggono a sorpresa le chiose disponibili
    alle sopravvivenze appese al chiodo
    seppure urgente bruci la miseria
    per ventri d’aria sacrosanti e chiatti
    di schianto in giroconto deformati

    se

    nel degrado eccentrico
    la combustione
    spegneva aspirazioni spastiche
    già pietose e ferite e scarne in malacarne
    e cicliche e irritanti

    :
    sconfitto ogni tremito di tregua
    la lingua sorda segna
    tracce in unghie ritorte
    che vergano spire d’orgasmi dirotti
    sebbene ogni vocale
    pesi più del gesto che le porge

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Grazie per la tua poesia! (max 30 versi)

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